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Le città più inquinate al mondo. I dati sono agghiaccianti, bisogna fare qualcosa

Città e inquinamento: lo studio ha rivelato quali sono le città che contribuiscono maggiormente all’inquinamento dell’atmosfera. Le città dell’Asia arrivano prime sul podio.

Hong-kong, Cina (Foto di Philippsaal da Pixabay)

“Keeping Track of Greenhouse Gas Emission Reduction Progress and Targets in 167 Cities Worldwide”. Questo è il titolo della ricerca che andremo ad analizzare. I risultati parlano dei progressi e delle involuzioni delle città di tutto il mondo sul tema dell’inquinamento.

L’inquinamento atmosferico rimane una delle principali cause della crisi climatica e ambientale del nostro secolo. Analizziamo i risultati dello studio e cerchiamo di farci un’idea generale della situazione.

Le città più inquinate del mondo sono in Cina

Moschera blu, Istanbul (Foto di Кирилл Соболев da Pixabay)

A pubblicare la ricerca è la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico, Ener2Crowd.com. Il dato impressionante che ci consegna lo studio è che le pirme 25 metropoli più inquinanti del globo producono il 53% delle emissioni nocive totali.

È il continente asiatico a vedersi addossate la maggior parte delle responsabilità. Le prime 25 città trovano posto quasi interamente sul suo territorio. In termini di tonnellate di Co2 emesse, Handan, in Cina, si posiziona prima in classifica con 199 milioni di tonnellate immesse nell’atmosfera ogni anno. Successivamente troviamo Shangai con 188 milioni di tonnellate, Shunzu con 152 milioni, Dalian che ne produce 142 ed infine Pechino, con 132 milioni di tonnellate.

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Densità demografica, cantieri e roghi agricoli sono alla base di emissioni così importanti di anidride carbonica nell’aria. La Cina è una nazione che conta 1.313.973.700 abitanti. Gran parte delle emissioni è prodotta dagli spostamenti su mezzi pubblici o autoveicoli che gra parte della popolazione effettua per recarsi a lavoro.

L’attività agricola sostenuta su larga scala dal suo territorio si avvale di roghi per ripulire i campi coltivati e riprepararli alla semina. Quest’ultima è una vera e propria usanza. In ultimo troviamo il diffusissimo utilizzo del carbone come combustibile per la produzione di energia. Il carbone è il primo combustibile fossile che la crisi ambientale globale impone di abbandonare a favore delle cosiddette energie rinnovabili.

Passando al nostro continente le percentuali non diventano di certo rassicuranti. Mosca è la città più inquinante d’Europa. Regala all’atmosfera 112 milioni di tonnellate di Co2 seguita da Istanbul, in Turchia, che produce annualmente 72,9 milioni di tonnellate di anadride carbonica. In seguito si posizionano Francoforte con 46 milioni di tonnellate di C02, San Pietroburgo con 43 tonnellate, Atene che ne produce 39 e Berlino con 28 m. di tonnellate.

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In Italia la prima città per emissioni di Co2 è Torino con 23 tonnellate l’anno. Al ventiduesimo posto della classifica troviamo Piacenza con poco più di una tonnellata. I gas climalteranti sono interamente a carico delle attività di consumo e produzione energetica dei vari paesi.

Lo studio parla dell‘80% di emissioni a nostro carico. La diversificazione energetica assieme al radicale abbandono dei combustibili fossili sono da ritenersi oggi degli obblighi. Sono obblighi da rispettare a fronte della situazione emergenziale climatica globale.

 

 

 

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