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Bioarchitettura

Cappotto verde per le case. Il progetto che rivoluziona le aree urbane e aiuta l’ambiente

Lo studio sul cappotto verde, effettuato dall’ENEA e finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, garantirebbe moltissimi vantaggi.

La parete di una casa ricoperta di edera (Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay)

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Il Bosco Verticale di Milano, progetto green dell’architetto Stefano Boeri, ha fatto scuola. Non a caso sempre più spesso si vedono per la città palazzi nuovi circondati di verde. Un progetto davvero rivoluzionario che ha regalato al capoluogo lombardo un piccolo polmone ma soprattutto deve aver  incuriosito e ispirato gli scienziati dell’ENEA.

Questi infatti hanno iniziato a progettare un prototipo di casa completamente rivestita, dai tetti alle pareti, di un cappotto verde. Un’idea studiata per abbassare le temperature delle casa, migliorando l’ombreggiamento e riducendo i costi energetici.

Cappotto verde, l’incredibile rivoluzione green

Edera cresciuta su una facciata (Foto di Stephanie Albert da Pixabay)

Secondo gli studi effettuati dagli scienziati dell’ENEA sulla casa prototipo abbassa il flusso termico dall’esterno di quasi il 50%, beneficiando, in estate, di ben 3 gradi in meno all’interno. Merito del lavoro effettuato dal cappotto verde che crea un vero e proprio isolamento termico che protegge, grazie all’ombreggiamento diretto, dalla radiazione solare e, in estate, funziona da estrattore naturale di calore. Un lavoro attuato grazie all’evaporazione e alla fotosintesi clorofilliana. Tutto ciò garantirebbe, in termini energetici, un risparmio di 2 kWh/mq. Un risparmio quindi di energia di 200 kWh per un’abitazione di 100 mq con una temperatura interna non superiore ai 26°C.

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Lo studio aveva inizialmente impiegato sulla casa prototipo del Centro Ricerche ENEA di Casaccia a Roma l’utilizzo di piante grasse Sedum per la creazione del tetto verde. La scelta è figlia dell’apparato radicale di queste e soprattutto alle grande capacità di sopravvivenze a condizioni estreme. Al cappotto poi si sono aggiunte specie spontanee e autoctone del Mediterraneo così da favorire anche la biodiversità degli impollinatori. Per le pareti di sud-est e sud-ovest, ovvero quelle più esposte ai raggi solari, è stata impiegata la vite americana. Lo studio ha rivelato una variazione di temperatura anche di 13 gradi tra la facciata vestita e quella priva di vegetazione.

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Ma i benefici non sarebbero finiti perché inverdire il 35% della superficie urbana dell’Unione Europea abbasserebbe di 92TWh annui la domanda di energia per il raffrescamento estivo degli edifici. Tradotto un risparmio di oltre 364 miliardi di euro e 55,8 milioni di tonnellate di CO2 in meno. Il tutto poi permetterebbe un miglioramento estetico dell’ambiente, sia casalingo che lavorativo, tutelando anche la biodiversità e rallentando il deflusso delle acque piovane in eccesso.

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