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Caldo estremo, ne conosciamo davvero le cause? Diamo nome e cognome al problema

Conosciamo davvero le cause del caldo estremo e anomalo che ci sta soffocando da settimane? Un problema che ha un nome preciso.

Pianeta in bilico (Pixabay)

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Conosciamo davvero le cause del caldo estremo e anomalo che ci sta soffocando da settimane? Un problema che ha un nome preciso. Il meteorologo Scott Duncan ha mostrato l’immagine del nostro pianeta, segnando le zone rosse, che indicano temperature roventi. La cosa sconvolgente è che le zone rosse ricoprono l’intero pianeta.

Non c’è una singola parte di mondo che abbia una temperatura standard. Il caldo sta battendo ogni record ovunque. Quali sono le cause principali di questo problema? Ormai le conosciamo tutti quanti, e l’uomo ne è il principale artefice. Siamo arrivati a un punto di non ritorno, quasi impossibile tornare indietro, e la cosa sconcertante è che non si parli mai del danno principale al mondo: il sovraffollamento.

Cause e danni del caldo estremo, di chi è la colpa?

Surriscaldamento del pianeta (Pixabay)

Il sovraffollamento del pianeta è un tema mai troppo dibattuto, come se ci fosse paura nel trattarlo. Anzi, si sprona a fare figli, ma ciò è controproducente. Siamo troppi nel mondo, ed essendo troppi, consumiamo ogni risorsa e produciamo inquinamento. Un fenomeno che non si riesce ad arginare, anzi, un fenomeno che nessun Governo vuole arginare. E non si capisce il motivo.

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Eppure, dato l’esorbitante numero di persone nel mondo (nel 2050 saremo circa 10 miliardi), ci ritroviamo a pagare drammatiche conseguenze. Quali? Lo sfruttamento delle risorse e delle materie prime, in particolare quelle fossili, altamente inquinanti, come gas, petrolio, carbone.

Oppure la deforestazione, per sostituire aree verdi con allevamenti intensivi e campi agricoli, togliendo ossigeno al pianeta e a noi stessi. L’agricoltura intensiva, che sfrutta troppa acqua, e allevamento intensivo, che inquina da morire, oltre a essere eticamente sbagliato. Mancano investimenti concreti per il risparmio idrico.

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In Italia, ad esempio, sprechiamo quasi il 40% di acqua a causa di tubature vecchie e mal funzionanti. E poi ci sono la cementificazione e l’asfalto, che sottraggono aree verdi, natura e biodiversità. Arrivati a questo punto, possiamo ancora fare qualcosa per salvarci? Se si agisce tutti insieme e in modo concreto, sicuramente sì. Forse non torneremo mai più indietro, i cambiamenti sono stati troppi, ma possiamo ancora fare qualcosa, comportandoci in modo più consapevole ed etico. 

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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