Siccità, i segreti riemersi dai fiumi in secca: reperti archeologici e tanto altro

La siccità ha colpito gravemente i fiumi del nord Italia. Ciò che è emerso dalle loro profondità ha dell’incredibile. I reperti risalgono alla seconda guerra mondiale: archeologi ed esperti sul posto.

Sicità Italia Tevere
Fiume Tevere (Foto di Mario Ferrari da Pixabay)

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La siccità che ha interessato i paesi del nord-Italia con particolare riferimento al fiume Po non ha precedenti storici. La crisi attraversata dal letto del fiume più importante della penisola ha lasciato a cielo aperto numerosi articoli.

Molta spazzatura, per iniziare: generi che richiedono evidentemente troppa fatica per essere trasportati nelle isole ecologiche ma pochissima per essere gettati in un fiume. Non sono mancati però reperti di un certo valore storico: si parla di oggetti risalenti alla seconda guerra mondiale e anche corpi mai più rinvenuti.

Siccità: la storia riprende forma in fondo al letto di un fiume

Siccità Italia Po
Fiume Po (Foto di Paskvi da Pixabay)

Se vivete in Italia nell’anno domini 2022 scordatevi il fiume Po, o il Tevere, così come ve li hanno raccontati. Recandovi sul posto troverete distese sabbiose con incastonati elettrodomestici, spazzatura di vario genere e veicoli militari risalenti alla Germania nazista: assurdo.

In questo cimitero di ciottoli e alghe si fondono inconfodibilmente passato e presente un tempo sommersi dalle acque fluviali. A rinvenire dal fondale sono anche cadaveri di soggetti scomparsi negli ultimi anni e dati ormai per dispersi. Il Po in particolare sta attraversando la crisi più importante degli ultimi settant’anni.

Data la larghezza del letto del fiume più esteso d’Italia gli oggetti rinventui potrebbero tranquillamente riempire un archivio storico deputato allo scopo. Un veicolo semicingolato della seconda guerra mondiale è stato trovato a Sermine, al confine con il Veneto e l’Emilia.

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Le testimonianze degli abitanti più anziani della zona rivelano come nel dopoguerra il veicolo venisse usato come trampolino per i tuffi. Non a caso per identificare e datare il veicolo sono entrati in campo i volontari del Museo della Seconda guerra mondiale del fiume Po.

Questo comitato di volontari si occupa espressamente di raccogliere memorie ritrovati nei pressi e nelle vicinanze del fiume. Con la siccità non ci si aspettava di certo di arrivare addirittura nel cuore della seconda guerra mondiale. Il semicingolato sarebbe stato abbandonato sulle coste del Po dai tedeschi nel lontano 1945.

Non è stata di certo una sorpresa: il museo aveva nel mirino questo oggetto già da tempo e le condizioni climatiche “favorevoli” ne hanno permesso l’identificazione. Fra gli arti reperti riemersi c’è anche un ponte risalente al 1944 che serviva per collegare la sponda lombarda a quella veneta del Po, da Sermine a Castelnovo.

Il ponte era costituito da una serie di zattare ritrovate in rovina a causa dell’azione corrosiva del tempo e dell’acqua. Nei pressi di Guastalla è poi riemersa una tipica imbarcazione veneziana chiamata “burchio” dal nome Ferrante Gonzaga. Il burchio era stato costruito nel 1939 e veniva utilizzato per trasportare merci lungo il corso del fiume.

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I ritrovamenti più sconcertanti sono però quelli rinvenuti tra i comuni di Canneto e Calvatore. Si parla di un sito di palafitte risalente all’Età del Bronzo, tra il 1800 e il 1600 a.C. circa. A Roma il Tevere non è da meno. Il prosciugamento del letto del fiume ha fatto riemergere le vestigia del ponte Trionfale, il cosiddetto ponte Neroniano.

Fu l’imperatore Nerone ha commissionarne la costruzione tra il 54 e il 68 d.C. I resti sono visibili in corrispondenza dell’attuale ponte Vittorio. In Piemonte, nella Sesia, è rinvenuto un altro ponte risalente, però, all’epoca medievale. A Bonavigo, Verona, il fondale dell’Adige ha portato alla luce le mura del castello Morando.

Questo castello venne costruito tra i 1262 e il 1387, quando a governare Verona era la famiglia degli Scaligeri. L’aspetto tetro della quetione riguarda il rinvenimento di numerosi cadaveri di persone scomparse negli ultimi periodi e mai più rintracciate.

Era dallo scorso novembre che non si avevano notizie dell’uomo indentificato nel fiume Po ancora dentro la propria macchina. I casi analoghi sono numerosi. Età del Bronzo, Medioevo e storia contemporanea si sono fuse in fondo al letto dei fiumi italiani sapientemente ricoperte da un’acqua che non scorre mai uguale a se stessa per due volte di fila.