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La spada nella roccia esiste davvero, vi sveliamo dove

La spada nella roccia non sarebbe solo un mito. Exabilur, esiste davvero. Ecco dove si trova l’arma che permise ad Artù di diventare Re
La spada nella roccia (Foto Instagram)
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Tutti si ricordano l’incredibile film animato della Disney del 1963 “La Spada nella Roccia“, dove il giovane scudiero Semola, dopo una serie di peripezie, riuscì ad estrarre l’arma e fu proclamato Re di Britannia. Una leggenda alimentata anche in seguito da Mago Merlino e dalle avventure dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Se però pensate che si tratti solamente di un mito, vi sbagliate di grosso….

La spada nella roccia non è un mito

L’eremo di Montesiepi (Foto Instagram)

Andiamo però con ordine. Il capolavoro di Wolfgang Reitherman è ispirato dal romanzo di Terence Hanbury White, pubblicato nel 1938, racconta come Artù divenne re di Britannia dopo aver estratto l’arma dalla roccia. Sebbene tutta lo storia sia ambientata in Inghilterra ed è entrata nella categoria dei miti, un fondo di verità, come nei migliori poemi omerici, c’è. O meglio ci potrebbe essere.

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Infatti la spada nella roccia esiste veramente. E non è in Inghilterra. Questa infatti è custodita in Italia, per la precisione nei boschi distanti appena 30 km da Siena. Qui infatti sorge l’Abbazia di San Galgano, e all’interno della Rotonda di Montesiepi è custodita proprio la spada nella roccia.

Nel corso dei anni sul fendente sono stati svolti diversi esami metallografi che hanno confermato l’autenticità dell’arma. Secondo i dati si tratterebbe di una spada del XII secolo. Quindi perfetta per il romanzo di White e per il film, che erano ambientati proprio in quel periodo.
Secondo il mito toscano tutto inizia nel 1148 a Chiusdino quando il cavaliere toscano Galgano Guidotti, dopo una vita dissoluta e libertina, a seguito della visione di San Michele decise di cambiare vita e di convertirsi. Lo vocazione lo portò a vivere una vita da eremita abbandonando poi le vecchie abitudini. Ma soprattutto a piantare la sua spada nella roccia.

L’arma divenne per Guidotti una croce, tanto da pregarci davanti a questa tutti i giorni fino alla sua morte, avvenuta per stenti nel 1181. Quattro anni più tardi, Papa Lucio III lo proclamò addirittura Santo. Le tempistiche, quindi, coincidono perfettamente. Ma c’è dell’altro: uno dei cavalieri della Tavola Rotonda si chiamava Galgano, nome molto simile a quello del Santo toscano.
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