Pellet, i prezzi sono giusti o i gestori se ne stanno approfittando?

Rincari di energia elettrica, gas e materie prime, anche i prezzi del pellet schizzano alle stelle, sono giusti o i gestori ne stanno approfittando?

aumento prezzo pellet
Il pellet pronto da bruciare (Pixabay)

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Tempo di rincari in ogni settore, e il caro vita si abbatte su tutti i cittadini. Con la crisi del gas sono in aumento bollette di energia elettrica e di gas, ma non solo, poiché tutte le materie prime stanno subendo incrementi. Anche per i produttori aumentano i costi e, di conseguenza, questi sono costretti ad aumentare i prezzi di vendita.

Per sopperire all’aumento spropositato del gas per riscaldare i termosifoni, si è pensato di puntare tutto sulle stufe a pellet per riscaldare casa nei prossimi mesi. Numerose famiglie, spaventate dai rincari e spronate dal bonus caldaie, hanno optato per un riscaldamento di questo tipo. Ma è conveniente? Anche in questo caso, i prezzi di sacchi di pellet sono schizzati alle stelle, ma sono corretti o i gestori stanno approfittando del momento?

Sacchi di pellet, conviene acquistarli o si tratta della solita speculazione?

costi pellet 2022
Legno compresso (Pixabay)

Le stufe a pellet, sicuramente garantiscono un riscaldamento più sostenibile, tuttavia, proprio in un momento del genere, tra i rincari troviamo la materia prima per utilizzare le stufe, ossia il pellet. Rispetto allo scorso anno i suoi costi sono più che raddoppiati, se un sacco da 15 kg, nel 2021, si acquistava a un prezzo di circa 5 euro, ore lo si acquista a non meno di 10 euro. Tutto in regola o si sta lucrando anche questa volta?

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Le prime accuse provengono dalla Francia, dove i cittadini stanno sonoramente protestando contro i rincari di questo materiale. I giornalisti francesi hanno preso la palla al balzo e hanno indagato sulla questione, rivolgendosi direttamente ai produttori di pellet. Secondo quanto affermato dal direttore di Propellet France, la sua azienda ha subito enormi rincari.

A causa dell’aumento del prezzo dell’energia e della lavorazione della segatura, le aziende sono state costrette ad aumentare i prezzi di vendita. Inoltre, è aumentata anche la richiesta del materiale, visto che tante famiglie rinunceranno ad accendere i termosifoni, puntando tutto sulle stufe, cercando di risparmiare sui consumi. La domanda è dunque enorme e l’industria non riesce a soddisfare tutti.

La situazione in Europa, la crisi del pellet

In tutto ciò, come se non bastasse, anche buona parte del pellet viene importato dalla Russia e dall’Ucraina. Con la guerra in atto e il blocco delle forniture, in Europa non giungono più di 3 milioni di tonnellate di pellet, innescando un’ulteriore crisi nel reperimento delle materie prime.

Per il prossimo autunno, si la situazione resta stazionaria, avremo a disposizione il 20% in meno di pellet e prezzi più alti. Tra l’altro, come affermano i giornalisti francesi, molti imprenditori, per scoraggiare l’eccesso di scorte da parte dei cittadini, aumentano di proposito il prezzo dei sacchi. In tutta Europa la situazione è molto simile, ma in Italia come siamo messi?

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Anche in Italia importiamo gran parte delle scorte di pellet da Paesi stranieri, perciò anche la nostra produzione è in crisi. I produttori nostrani sono costretti, dunque, ad aumentare i prezzi di vendita. Bisogna ribadire, però, che riscaldare casa con una stufa a pellet, nonostante l’incremento dei prezzi, è sempre più conveniente, in termini di risparmio, rispetto al riscaldamento elettrico e a gas.