Concimazione organo-minerale del vigneto: cosa c’è da sapere

Se non avete mai sentito della concimazione organo-minerale del vigneto? Se non sapete minimamente cosa sia ecco un vademecum di questa tecnica

come funziona metodo organo minerale
Vigneto (Foto Pixabay – Modifica Orizzontenergia.it)

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Tra le tecniche agricole prestate alla viticoltura non si può non parlare della concimazione. Ovvero un soluzione che garantisce risultati immediati. Naturalmente esistono vari tipi che variano in base al ciclo biologico delle piante. La prima è quella giovanile di circa 2 anni e quella adulta. La prima in cui il vigneto non è produttivo e la seconda, che inizia dall’entrata in produzione del vigneto.

Come funziona la concimazione organo-minerale

informazione coltivazione organo-minerale
Grappoli d’uva (Foto di Couleur da Pixabay)

Come detto è bene dividere la vita del vigneto in due parti. Nella fase giovanile è importante attuare un piano di concimazione che garantisca una sviluppo vigoroso della vigna. Servirà dunque una concimazione a base di azoto. Nella seconda fase, invece, servono molti più nutrienti oltre all’azoto. Serviranno infatti fosforo, potassio, magnesio e ferro.

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Tutto questo fa parte della concimazione organo-minerale. Una tecnica che ha sempre più importanza in materia agronomica. Non a caso dopo molti anni di sfruttamento del suolo e di concimazioni minerali poco razionali. E proprio per questo la concimazione organica è una vera e propria necessità per il vigneto.

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Inutile sottolineare che questo tipo di concime è decisamente più caro rispetto a quelli minerali e non danno un ritorno produttivo ed economico immediato. Questa soluzione è sempre più preferita rispetto a quello tradizionale che sfrutta maggiormente il terreno causando poi una perdita di sostanza organica. Questa fuoriuscita poi dovrà essere in qualche modo riequilibrata.

L’unica attenzione a cui bisogna fare attenzione è il pH del terreno. Ovvero l’acidità del terreno. Se il pH dovesse infatti risultare alto (superiore dunque a 7) è fondamentale eseguire interventi con dello zolfo correttivo cosicché l’acidità si avvicini il più possibile alla neutralità. A prescindere però è sempre meglio effettuare trattamenti con fertilizzanti con un pH acido. Il motivo? In questo modo ci sarà un’azione acidificante sul terreno che sfrutterà al meglio i nutrienti come stallatico pellettato Fertilhumus e concime 10-30 con Zolfo.