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Ora legale per 365 giorni, si risparmiano 3miliardi di euro. Lo studio in merito

Con la fine del mese di Ottobre dovremo spostare le lancette dell’orologio di un’ora: torna l’ora solare e le giornate si fanno più corte

Ora legale-solare (Foto di kalhh-Pixabay)

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Con la fine del mese di Ottobre è in arrivo il cambio dell’ora. Si passerà da quella legale a quella solare. Ogni anno si spostano le lancette 2 volte, 1 durante l’ultimo fine settimana di Marzo, quando da ora solare si passa a quella legale, e 1 alla fine di questo mese.

Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre ritornerà, quindi l’ora solare. E, con lo spostamento delle lancette, riaffiora l’idea di lasciare inalterata l’ora legale per tutta la durata dell’anno. Una proposta di cui si discute già da qualche anno.

Rimanere con l’ora legale farebbe risparmiare fino a 3 miliardi di euro

Ora solare (Foto di Sarah Richter-Pixabay)

Tra luglio e agosto del 2018 si propose di abolire il cambio dell’ora. Quasi 5 milioni di cittadini appartenenti all’Unione Europea hanno detto la loro. Il 76% ha risposto favorevolmente alla consultazione promossa, in particolare, da Polonia e Finlandia.

Al tempo non fu raggiunto un accordo che accontentasse tutti gli Stati membri. Così si è continuato a spostare le lancette degli orologi, ma quest’anno torna a rieccheggiare l’eco della proposta di allora.

Uno studio in proposito, e le stime di Conflavoro Pmi sembrerebbero dimostrare che, lasciando l’ora legale per tutto l’anno, si acquisterebbero 147 ore in più di luce naturale. In questo modo, non solo ci sarebbe un risparmio economico, ma anche delle conseguenze positive sul clima.

Sempre secondo una ricerca realizzata dal Centro Studi di Conflavoro Pmi, mantenere l’ora legale porterebbe ad un risparmio di, addiruttura, quasi 3 miliardi di euro. Lo studio porta l’esempio pratico di Roma: il 21 di dicembre, giorno più corto dell’anno, con l’ora solare in vigore, il sole tramonta alle 16.42.

“Con quella legale – specifica Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro Pmi – diventerebbero le 17.42. È vero che l’alba dello stesso giorno verrebbe spostata alle 8.34, anziché alle 7.34, ma il risparmio di consumi e luce elettrica sarebbe comunque maggiore visto che alle cinque di pomeriggio la gran parte delle attività lavorative è ancora in pieno svolgimento”.

Quindi, secondo Pmi, se rimanesse in vigore l’ora legale, si acquisterebbe un’ora in più di luce naturale al giorno, per un totale di 147 ore, e con un risparmio di quasi 3 miliardi di euro. La stima si basa sui dati dell’ultimo fabbisogno energetico, pari a 318.1 miliardi di KWh, comprese le energie rinnovabili.

Nel periodo tra marzo e ottobre del 2021, Terna, operatore di reti per la trasmissione di energia elettrica, ha stimato un risparmio di oltre 190 milioni di euro. Questo grazie ad un minor consumo di energia elettrica, pari a 420 milioni di KWh, e al beneficio ambientale, con una riduzione di circa 200 mila tonnellate di CO2.

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Il Presidente Capobianco, inoltre afferma che:

“Mantenere l’ora legale potrebbe quindi certamente contribuire a scongiurare tutte quelle misure pratiche di emergenza come la riduzione degli orari di lavoro, lo spegnimento anticipato e l’accensione posticipata dell’illuminazione e, nei casi peggiori, gli eventuali distacchi che le imprese potrebbero trovarsi costrette ad attuare per tamponare le criticità della situazione. Per questo facciamo appello al governo perché valuti con molta rapidità i benefici di questa proposta”.

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Sulla rivista Lancet Regional Heath Europe, hanno pubblicato l’appello lanciato dalla Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale e Consumerismo No Profit, insieme ai rappresentanti delle istituzioni e della società civile, corredato da 58.000 sottoscrizioni di cittadini.

Le firme sono state raccolte sul sito change.org. In attesa di una decisione è stato comunque chiesto di prorogare l’ora legale almeno fino alla fine di novembre. La proroga permetterebbe di avere risultati più aderenti ai consumi ed al conseguente risparmio. Inoltre potrebbe essere uno spunto su cui ragionare in sede europea, della validità della proposta.

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