Piante spontanee commestibili, conosciamo la tecnica dell’alimurgia

Avete mai sentito parlare delle piante spontanee commestibili? Erbe che si possono mangiare anche come sostituzione ad altri alimenti comuni. Andiamo a scoprire nel dettaglio di cosa stiamo parlando.

foglie portulaca oleracea
Pianta(Pixabay)

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Non si può rinunciare assolutamente agli alimenti vegetali, anche perché costituiscono una preziosa fonte di proteine, carboidrati e grassi.

Al loro interno, sono presenti anche sali minerali e vitamine. Proprio per questo, sin dall’antichità, l’uomo ha usufruito dei doni della natura.

Piante spontanee commestibili: ecco di cosa si tratta e cos’è precisamente l’alimurgia

asparagi verdi verdura
Asparagi(Pixabay)

Tanti secoli fa l’uomo praticava molto l’alimurgia, ovvero il consumo di piante spontanee commestibili. Un’abitudine che c’è stata fino alla diffusione della pratica agricola, dove tutti gli le specie selvatiche vengono addomesticate. Un cambiamento che ha portato ad un cambiamento delle specie rispetto ai progenitori.

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Questo comunque non ha portato all’estinzione di questa pratica. Basti pensare che, secondo alcuni studi, anche in periodo di carestia venivano utilizzate erbe spontanee per alimentarsi. Anche gli stessi soldati americani, pare avessero un manuale per riconoscere quali fossero le piante spontanee. Tuttora si pratica l’alimurgia, raccogliendo portulaca, asparagi, bieta e tarassaco.

In alcuni casi, si tratta di piante molto amate che necessitano di una lunga cottura prima di essere consumate. Ma quali sono precisamente le piante alimurgiche? Nella categoria sono incluse, oltre alle erbe, anche alcuni frutti. Un esempio di pianta alimurgica è la portulaca che ha delle foglie ricche di vitamina C. Perfette da consumare all’insalata, è una pianta che ha un alto contenuto di grassi polinsaturi omega 3.

Tra le piante che devono essere sbollentate prima di essere consumate, ci sono anche l’ortica, il cardo mariano e il tarassaco. Così facendo, si potrà eliminare il sapore amaro. Di altre piante si consumano anche i frutti: è il caso delle more, delle pere selvatiche e delle giuggiole.

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Alcune piante spontanee possono essere usate anche come sostitute di altri alimenti più comuni. Il cardo, per esempio, si può conservare sott’olio come i carciofi. Mentre il tarassaco può essere messo sotto sale, come sostituto dei capperi. Volendo, le erbe spontanee comunque si possono usare anche come aromi, contorni, frittate, ecc.