Il fosforo è un minerale che in natura si trova allo stadio solido e costituisce l’elemento chimico più abbondante presente nel nostro organismo. Perché dovremmo utilizzarlo per le piante?
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Fosforo: il toccasana per le piante che non ti aspetti
Il fosforo in natura è presente già nel terreno. C’è però un problema: viene trattenuto dal potere assorbente del terreno e rimane così bloccato nel suolo. Il fosforo è presente nella terra sotto forma di fosfato e le reazioni di questo elemento con il suolo sono molto forti, al punto da non riuscire a mantenersi disponibile per le radici delle piante.
Il problema sussiste, quindi. Ma perché dovremmo andare a cercarne la soluzione con lo scopo di somministrarlo alle piante? Come per il nostro organismo, il fosforo svogle una funzione rafforzatrice per le piante e la loro struttura. Stimola la germinazione dei loro semi, contribuisce alla formazione solida di radici e fiori e alla lignificazione dei tessuti.
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Presente sulla tavola degli elementi con la sigla P, il fosforo, come già anticipato, si trova in forma monolitica nel terreno a causa delle sue interazioni con il suolo. E’ infatti principalmente rintracciabile nelle vesti di formazione mineraria insolubile come, ad esempio, fosfato tricalcico.
Il fosforo di cui dovremo servirci per le piante non si troverà quindi nella forma di solido insolubile bensì sotto forma di ione fosforico. Il fosforo è estremamente importante per le piante in quanto ne incentiva la respirazione, ovvero l’attività di fotosintesi. E’ in grado di attivare numerosi enzimi importanti per la composizione di certe sostanza, come le vitamine.
Il fosforo è importante per le piante poiché vanta il pregio di sapersi integrare nella composizione di certe molecole importantissime per la biologia vegetale come gli acidi nucleici (Rna e Dna) e l’adenosintrifosfato (Atp). Quali sono i fattori che favoriscono la carenza di fosforo? L’effetiva carenza dell’elemento nel suolo e il terreno a ph altamente alcalino che porta alla formazione di composti insolubili sono due concause già evidenziate.
A queste si sommano i suoli a ph acido che favoriscono la formazione di alluminio e ferro causando la clorosi ferrica nelle piante, il ristagno idrico e i terreni gelati che limitano le funzionalità delle radici, i suoli argillosi che sono ghiotti di fosforo, la mancanza di sostanza organica nel suolo (quindi pochi nutrienti) e la scarsa fertilità del suolo coltivato.
Come si manifesta la carenza di fosforo? Le foglie presentano una colorazione anomala, opaca e bronzea. I fusti non lignificano ma restano teneri e verdi e le foglie più anziane muoiono presto. I tessuti della pianta, in generale, si mostrano più deboli e acquosi pertanto maggiormente esposti all’attacco dei parassiti.
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Per evitare che il fosforo scarseggi sarà sicuramente meglio prevenirne la carenza che curare le patologie a seguito mostrate dalla pianta. Assicurati allora che il suolo abbia un Ph bilanciato (l’intervallo fra 5 e 7 sarà perfetto), riforniscilo di compost e sostanza organica, quindi nutrilo, fraziona per bene la diffusione dei fertilizzanti fosfatici. Se hai intenzione di comprare un fertilizzante contenente fosforo assicurati che compaia la sigla P2O5, indicante l’anidride fosforica solubile. I concimi organo-minerali a lento rilascio nutrizionale andranno bene.