È stato fondato un nuovo marchio di moda green, Fibre, del Gruppo Valerio, attento all’impatto ambientale e che crea abiti dai rifiuti.
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Fortunatamente, la moda, anche in un momento storico come quello che stiamo attraversando, è un mercato che gode di buona salute. Tuttavia, è anche uno dei settori a maggior impatto ambientale. Sia per il commercio globale e sia per i materiali di bassa qualità, è un settore che inquina molto. È fondamentale cambiare il concetto di moda, rendendolo maggiormente sostenibile.
Per questo motivo, realizzare abiti con materie sostenibili e puntare sulla filiera locale è il futuro. Il Gruppo Valerio, brand molisano che si occupa di moda green, ha dato vita a Fibre, il nuovo marchio che crea abiti riciclando rifiuti. Un’idea incredibile, in grado di ridurre l’impatto ambientale. Una rivoluzione tutta italiana, attenta all’ambiente e alla salvaguardia degli animali. In cosa consiste?
Abiti ricavati dai rifiuti, il concetto di moda green da parte di una casa italiana
Gli abiti che la casa di moda molisana realizza derivano da scarti di plastica e da rifiuti rigenerati. Fibre naturali e vegetali recuperate da materiale riciclato e nuovamente lavorato. La lotta allo spreco inizia dai piccoli gesti, e la moda deve dare il buon esempio, puntando sul cruelty free e sulla rigenerazione del materiale. Si punta su una moda circolare.
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Il Gruppo Valerio punta sulla filiera locale, a km zero, recuperando materiali di scarto. Le fibre vegetali sostituiscono le piume degli animali, non si spreca nulla e, cosa ancora più importante, non si fa del male agli animali. Una soluzione che andrebbe adottata da tutte le case di moda. Ormai si possono realizzare capi d’abbigliamento utilizzando pelli sintetiche e tessuti recuperati.
Il riciclo dei rifiuti in Italia è di circa l’80%. Anche se siamo indietro rispetto a molti altri Paesi europei, e anche se c’è una grande disparità tra Regioni e Regioni, alcune più virtuose di altre, si potrebbero recuperare i rifiuti e rigenerarli. Recuperando gran parte dei rifiuti si risparmierebbero 23 milioni di tonnellate di petrolio e si ridurrebbe l’inquinamento atmosferico di circa 63 milioni di CO2.
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L’idea che il brand Fibre dà alla moda è davvero rivoluzionario, poiché gli abiti acquistano un nuovo valore. Anche alla fine del loro ciclo, infatti, questi possono essere recuperati, nuovamente lavorati, e rimessi sul mercato. Il tutto in un ciclo infinito. Una filiera locale e a chilometro zero è ciò che ci vuole per una moda green, la moda del futuro.