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E’ salvo l’abete bianco secolare per il Papa: il caso dell’albero di Natale

Anche quest’anno il Papa avrà il suo maestoso albero di Natale che illuminerà tutta Piazza San Pietro fino al giorno dell’Epifania

Rami di abete (Foto di LUM3N-Pixabay)

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In piazza San Pietro a Roma ogni anno viene eretto un’enorme abete per le festività natalizie. La tradizione nacque nel 1982, quando vi era Giovanni Paolo II. Oltre il presepe, simbolo della nascita di Gesù, si aggiunse anche l’albero di Natale.

Un comune diverso ogni anno chiede al Vaticano di poter donare l’albero per il Papa e che rimarrà addobbato fino al giorno dell’Epifania. Una curiosità, dai documenti, aggiornati fino al 2005, risultavano tutti i luoghi di provenienza, da allora la si conosce attraverso i media.

Il caso dell’abete bianco secolare salvato in extremis

Albero di Natale (Foto di Kati-Pixabay)

La storia di questo albero ha inizio due anni fa, quando il sindaco di Rosello, si propose per donare un albero al Vaticano. Si tratta di un piccolissimo paese con 182 abitanti, ma è un luogo molto speciale. Vi è infatti una riserva naturale, l’Abetino, con una specie botanica rara, gli abeti bianchi.

La Santa Sede ha fatto sapere di aver accettato la richiesta del comune abruzzese. Ma la situazione si è poi complicata anche per una questione di confini territoriali. Il giudice civile del tribunale di Pescara, Rapino, sapendo che la zona protetta era intoccabile, ha chiesto maggiori spiegazioni al sindaco.

La risposta è stata generica, con l’indicazione di un posto sul confine tra Abruzzo e Molise. Il problema è che lì non ci sono abeti bianchi dunque, non poteva certo essere la vera provenienza. E comunque, in quel caso il territorio sarebbe stato molisano.

Nel frattempo Rapino ha scritto anche al Papa chiedendo di porre fine ad una tradizione che snaturava il rapporto tra uomo ed ambiente. Si è recato, allora, personalmente sul posto in cerca della pianta, un abete bianco alto trenta metri con un’età stimata di 200 anni.

Ha trovato l’abete recintato e imbracato pronto per essere tagliato e trasportato per il Natale 2022 di Roma. Ma poi si è  constatato che l’albero non si trovava sul territorio di Rosello ma su quello di Agnone, in Molise, appena oltre il confine regionale.

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Quindi tutto è stato fermato. In più, l’albero è una specie sottoposta ai vincoli della Direttiva Habitat Cee sito in zona Sic, cioè di interesse comunitario. Si tratta di habitat naturali e semi-naturali che rischiano di scomparire o che sono legati a specie animali o vegetali minacciate da estinzione.

Anche il Wwf si è espresso dicendo che si tratta di una una decisione molto discutibile. I carabinieri forestali di Isernia hanno bloccato così i mezzi arrivati nell’abetaia. Per le opportune autorizzazioni ci sarebbe voluto più di un mese.

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Il sindaco di Rosello, dopo l’accaduto, ha dichiarato di avere altre possibilità nei vivai regionali, dove vi sono alberi alti da 25 a 35 metri. Ora vi è, però, una campagna per fermare definitivamente questa tradizione.

Giacomo Castana, giardiniere di Varese, lo scorso anno ha oltrepassato la staccionata di San Pietro per dimostrare, con uno strumento elettrico, che l’abete, anche senza radici, era ancora vivo e si potevano sentire le sue vibrazioni.

Assieme al gruppo Parents for future e ai Gufi, Gruppo unitario foreste unite, ha lanciato una petizione per fermare il taglio annuale dei pini. Per il 2022 è tardi, ma chissà, forse per il Natale 2023 Piazza San Pietro avrà un albero diverso dal solito.

 

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