Plastic tax, cos’è e a che punto siamo? Le polemiche sul provvedimento

La plastic tax slitta per la quarta volta. Neanche il 2023 sarà così fortunato da vedere attuata la tassa sulla plastica monouso. Quali sono stavolta le ragioni?

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Ecosostenibilità – foto da pixabay

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L’ultima legge finanziaria ha sancito la sospensione della plastic tax. Tutto bene? Chiaramente no, le polemiche sono state molteplici e sono sorte su più fronti.

Ma perché la tassa sulla plastica monouso è così osteggiata e apparentemente impossibile da rendere effettiva? Questo provvedimendo sospende infatti la misura con l‘obiettivo di abolirla.

Plastic tax: l’ennesima proroga fa dubitare sulle reali intenzioni del governo

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Bottiglie di plastica – foto da pixabay

La plastic tax, tassa sulla plastica monouso, sarebbe dovuta entrare in vigore a luglio 2020, poi è slittata a luglio 2021. Giunti a luglio 2021 il provvedimento è stato prorogato al 2022 e ad oggi, al 2023. L’obiettivo della tassa sarebbe chiaramente quello di disincentivare l’uso e la produzione di plastica intenzione, a quanto pare, destinata a rimanere tale.

Il provvedimento si pone in continuità con la direttiva SUP dell’Unione Europea volta ad aboloire i prodotti in plastica monouso, come, ad esempio, le palette per girare il caffè. In pratica fino al 2027 ogni paese europeo dovrà aggiungere al bilancio erupeo 0,80 centesimi per ogni kg di imballaggi di plastica monouso non riciclati.

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In Italia a che livello è il tasso di riciclo dei prodotti in plastica monouso ancora prodotti e commercializzati? Al di sotto del 50%. Ciò significa che l’Italia dovrebbe all’unione europea circa 850 milioni di euro. Per coprire parzialmente questa spesa decisamente esosa, l’Italia ha introdotto la pstic tax.Il valore di questa tassa sarebbe quello di 0,45 centesimi per ogni kg di prodotti di plastica monouso venduti.

Quali sono dunque i problemi di questa tassa? Almeno 2. In primis il confronto con la direttiva europea SUP. Questa tassa il mancato riciclo dei prodotti in plastica, la plastic tax italiana, invece, direttamente la produzione del polimero. In secondo luogo la plastic tax italiana permette l’uso di plastica compostabile e biodegradabile cosa che invece, in Europa, è fortemente limitata poiché sempre sottoposta a tassazione.

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Questo perché la logica europea è proprio quella di scardinare la pratica dell’usa e getta anzihé aggirarla. Le imprese sono preoccupate poiché l’Italia è il maggiore produttore di imballaggi in plastica del panorama europeo. Istituzioni europee e attivisti, d’altro canto, sono preoccupati poiché in mare ogni anno finiscono 600.000 tonnellate di plastica. La nuova legge finanziaria ha sospeso la plastic tax con l’intenzione precisa di abolirla.