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Vermi mangia plastica: realtà o finzione? La scoperta sconcertante

I rifiuti di plastica sono ovunque, la scienza sta cercando alternative ecologiche per smaltire ciò che non può essere recuperato in altro modo

Verme mangiaplastica (Fonte foto: cleanmalaysia.com)

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L’enorme quantità di rifiuti esistenti  non accenna a diminuire anzi, al contrario, cresce in maniera esponenziale. La plastica prodotta annualmente è enorme e, per quanto, cerchiamo di farvi fronte con il riciclo, ma non basta. Il quadro della situazione peggiora ulteriormente, se consideriamo tutto ciò che si disperde nell’ambiente e che non è biodegradabile.

Le materie plastiche permangono per almeno 1000 anni, provocando danni immensi alla natura, agli  animali, e quindi alla salute umana. Finalmente si stanno attuando progetti di rinnovamento aziendali,  che vanno a modificare la situazione a monte, perché non è possibile proseguire con questo ritmo di distruzione  del pianeta. Ma tutta la plastica esistente, ed attualmente in produzione,  come possiamo eliminarla?

Diversi studi sono stati portati avanti in questo ambito. uno, si è svolto presso il Dipartimento di Ingegneria civile ed ambientale dell’Università di Stanford. La scoperta riguarda l’esistenza di una tipologia di vermi che si nutrono di plastica. Si sono fatti esperimenti su 100 esemplari cibati con circa 37 grammi di polistirolo al giorno.

Questi  lo hanno trasformato, in parte, in anidride carbonica ed in parte, in frammenti biodegradabili. Non solo si presentano sani come quelli che si nutrivano di sostanze comuni ma, allo stesso tempo, i loro escrementi risultano essere sicuri, tanto da poterli utilizzare come fertilizzante organico nei terreni per le colture.

Le recenti scoperte sul verme mangia plastica

Vermi mangia plastica (Fonte foto: leonardo.it)

Questo grazie all’azione di microrganismi presenti nel loro intestino, in grado di smaltire il polietilene, ossia la plastica utilizzata per i sacchetti dei rifiuti. I ricercatori intendono capire  se tali microrganismi possono decomporre anche altri tipi di plastiche come il polipropilene, presente in prodotti che vanno dal tessile ai componenti automobilistici.

Un altro studio di questo genere, è descritto dalla rivista Microbial Genomics, condotto dagli scienziati della School of Chemistry and Molecular Biosciences presso l’Università del Queensland.  Gli scienziati hanno definito questi vermi  Super worms.

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Anche in questo caso hanno nutrito degli esemplari seguendo regimi alimentari diversi per un periodo di tre settimane. Ad un gruppo è stata somministrata schiuma di poliestere e ad un altro crusca. I primi, non solo sono sopravvissuti, ma hanno anche mostrato un aumento del peso marginale, ricavandone energia.

Occorrono, comunque,  altri studi sui processi di metabolizzazione, quali sono le condizioni favorevoli alla degradazione e quali sono i micro organismi in grado di assimilare i polimeri. I risultati potrebbero rappresentare un prezioso aiuto per ottenere enzimi più potenti che possano degradare maggiori quantità di plastica esistente.

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Sviluppare dunque, nuove tecnologie alternative, per la gestione sicura di questo tipo di rifiuti. Vi è forte interesse, inoltre, anche per l’ambiente marino. Qui il materiale plastico rappresenta una particolare minaccia, non solo per le specie che vivono nell’oceano, ma anche per i volatili che se ne nutrono.

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