Bonus cultura, l’80% dei giovani dice NO all’abolizione dell’App18

Circolavano voci circa la possibile abolizione dell’App18, ma a seguito delle proteste il Governo Meloni ha fatto marcia indietro

perché Meloni non vuole bonus cultura
Libri – Pixabay – OtizzontEnergia.it

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Negli ultimi giorni il Governo Meloni ha presentato la Legge di Bilancio. Tra i tanti emandamenti proposti dalla maggioranza ce ne era uno che ha attirato moltissime proteste finendo al centro dell’attenzione pubblica. Si tratta del Bonus Cultura. Questo, noto come 18App, aveva lo scopo di dare ai neo 18enni un credito per gli acquisti a tema culturale.

Naturalmente, dopo i primi malumori e proteste la Premier ha cambiato il tiro affermando che questo bonus, istituto sei anni fa da Governo Renzi, non verrà abolito bensì rivisto. Infatti secondo la maggioranza parlamentare il Bonus Cultura aveva delle pecche sul suo utilizzo.

Bonus cultura, la posizioni in Parlamento

futuro bonus cultura
Ragazzoi – Pixabay – OtizzontEnergia.it

Infatti secondo la maggioranza molte volte questo bonus veniva utilizzato in maniera scorretta: non tutte le spese che venivano effettuate avevano il fine “culturare”. Ma soprattutto la Premier Meloni ha posto l’attenzione su un altro fattore: ovvero l’inserimento di un bonus reddituale affinché si possa ottenere il bonus. Allo stato attuale, infatti, chiunque neo 18enne può ricerverlo, mentre la maggioranza punta e preferisce metterlo a disposizione solo a ragazzi le cui dichiarazioni dei redditti delle famiglie  siano basse.

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Questa linea intrapresa dal Governo però non convince i partiti dell’opposizione con PD e Renzi in prima linea. Non bisogna dimenticare poi che il Senatore toscano è stato il padre di questo strumento. Questi infatti ritengono che il bonus debba essere utilizzato per far avvicinare i giovani alla cultura. A prescindere dal reddito famigliare.  Non si può dimenticare, poi, come il Governo abbia posto l’accento anche sulle truffe legate al Bonus Cultura. Ma sececondo quanto emerso dalle indagini effettuate dalla Guardia di Finanza dal 2018 al 2020 le frodi rilevate com 18App sono relative ad “appena” 17 milioni di euro che, su un totale di 900 milioni in tre anni corrisponde al 2% del totale.

18 App, sondaggi e futuro

Non bisogna dimenticare poi le posizioni dei diretti interessati che, secondo un sondaggio, sarebbero  favorevoli al mantentimento del Bonus Cultura circa l’80 % degli intervistati. Quel che è certo è che il futuro di 18App è destinato a cambiare. A cominciare dal nome che diventerà “Carta Cultura”.

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A inizio 2023 poi, il Ministro della Cultura Sangiuliano incontrerà le categorie di settore affinché si possano definire le linee guida di questo strumento.