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Cella solare biologica, produce energia pulita dalle succulente: come funziona

L’energia pulita incontra le piante grasse: ecco come ricavarne attraverso delle avanguardistiche celle solari biologiche. La notizia è incredibile.

Lampadina – foto da pixabay – orizzontenergia.it

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Che il periodo non sia proprio florido per le fonti di approvvigionamento energetico “classiche” è oramai risaputo. La crisi ambientale nei suoi effetti climatici ha imposto e impone ad oggi un necessario quanto urgente cambio di rotta.

Dalle fila dei nuovissimi studi finalizzati allo sviluppo delle tecnologie per l’approvvigionamento energetico rinnovabile proviene una nuova scoperta amica dell’ambiente.

In particolare recenti studi hanno portato alla realizzazione di un prototipo di cella solare biologica capace di trarre alimentazione dalle piante succulente, volgarmente note come piante grasse. Ma vediamo di che si tratta.

Cella solare biologica: le nuove frontiere dell’ecosostenibilità

Pianta grassa – foto da pixabay – orizzontenergia.it

Un team di biologi e chimici dell’Israel Insitute of Technology stanno ultimando un progetto avanguardistico in ambito energetico. Il loro studio in particolare è finalizzato alla creazione di una cella solare biologica installata su una pianta grassa. Ebbene sì, hai capito bene, l’intento è quello di rifornire di energia pulita le abitazioni tramite delle piante d’appartamento.

Il procedimento si basa sullo sfruttamento di un meccanismo proprio del mondo vegetale, quello della fotosintesi. In particolare sarà l’energia coinvolta nel processo naturale ad essere tramutata in corrente elettrica. La luce assorbita dalle piante permette di convertire l’anidride carbonica e l’acqua metabolica in ossigeno e zucchero.

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Queste molecole, assieme, producono un flusso di elettroni che può essere isolato dalla cellula sotto forma di “fotocorrente” ed essere poi impiegato per alimentare un circuito esterno. Prima d’ora il sistema di raccolta dell’energia elettrica dai sistemi fotosintetisi biologici avveniva mediante immersione del sistema in una soluzione elettrolitica.

La ricerca corrente elimina questo passaggio servendosi delle piante grasse. I tessuti particolari delle succulente sono capaci di contenere e trattenere grandi quantità d’acqua che a questo punto vanno a sostituire la classica soluzione di elettroliti impiegata in passato. Di fatto con questo meccanismo si va a creare una cellula fotovoltaica vivente.

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In pratica i ricercatori hanno inserito un anodo di ferro e un catodo di platino in una delle foglie della Corpuscularia lehmannii (nota anche come “pianta del ghiaccio”) ed hanno con sorpresa scoperto che era carica di tensione: o,28 V. Collegando la pianta ad un circuito ed esponendola alla luce solare, sono riusciti a produrre 20 µA/cm2 di densità di fotocorrente, ovvero elettricità per 24 ore.

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