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Gli antichi romani erano green, non ci credi? Scopri in cosa

Gli antichi romani non smettono mai di stupirci ed a distanza di 2000 anni lo fanno ancora. Sapevi che era un popolo green? Ecco l’incredibile scoperta. 

Architettura romana dettagli – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Nei libri di storia abbiamo avuto sempre modo di apprezzare i romani, quel popolo che amiamo e che ci mettono da sempre curiosità al pari degli anti egizi. Si sono sempre distinti ed hanno gettato le basi della magnificenza e potenza, noi ancora oggi non possiamo che ammirare questo splendido spettacolo che loro hanno lasciato a noi.

Tutti abbiamo studiato la storia degli antichi romani ma nessuno ci ha mai detto che erano un popolo con una marcia in più e da cui avremmo tanto da imparare. I romani sono infatti un popolo sostenibile e le loro azioni andavano a conformarsi nel rispetto dell’ambiente. Perché sono da considerarsi green?

Gli antichi romani sono un popolo green, ma sai in cosa?

interno Colosseo – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Una domanda a cui Ohga fornisce una compiuta risposta e che ci lascia piacevolmente senza parole. A quanto pare i romani erano green nelle loro architetture, merito di una tecnica sostenibile che impiegavano 2000 anni fa e che prende il nome di hot mixing. A questa conclusione si è pervenuti grazie ai risultati emersi nello studio avente per titolo Hot mixing: Mechanistic insights into the durability of ancient Roman condotto da un gruppo di scienziati provenienti dagli Usa, dall’Italia e dalla Svizzera.

Questi hanno analizzato dei campioni di cemento la cui composizione è paragonabile a quella usata dai romani in molte costruzioni dell’impero. E’ stato rilevato come i grossi blocchi calcarei presenti all’interno del cemento sono formati in modo da tale da evitare crepe e quindi auto ripararsi. I romani preparavano il composto per le costruzioni a temperature elevate per consentire reazioni chimiche che altrimenti non avrebbero avuto.

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Con il calore poi il cemento si assesta e si solidifica più in fretta. In questo modo il calcare si scioglie nelle crepe e si solidifica nuovamente quando piovana, un procedimento che ottura le crepe. Usare oggi questa tecnica potrebbe ridurre significativamente l’impatto ambientale del cemento e riducendo così l’emissione di CO2 con notevole riduzione dell’impatto ambientale del cemento, che ad oggi è causa dell’8% delle emissioni mondiali di gas serra.

Maria Longo

Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.

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