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Cinghiali e disastri, si tirano le somme degli ultimi 7 anni

I cinghiali hanno arrecato non poco danno negli ultimi anni  ed è arrivato il momento di tirare le somme. I dati emersi non sono per nulla incoraggianti. 

Coppia di cinghiali – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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A volte si ha come l’impressione che le cose sfuggano di mano, basta guardare assolutamente il mondo che ci circonda, l’ambiente che viviamo.  Le conseguenze che ne vengono fuori sono alquanto disastrose: come la constatazione raccapricciante che è venuta fuori nell’ultimo studio condotto che analizza ovviamente il ruolo dei cinghiali negli ultimi anni.

Questo dimostra chiaramente come certe questioni vadano affrontate col piede giusto e che non bisogna perdere tempo. A volte è proprio la celerità nel compiere un’azione a fare la differenza. Ovviamente questa dei cinghiali è un caso lampante di come la questione non sia stata affrontata nel migliore dei modi. Magari dopo questa presa di coscienza qualcosa forse cambierà.

Cinghiali e disastri, i dati sono allarmanti

terreno coltivato – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Analizzando l’andamento degli ultimi sette anni è emerso come dal 2015 al 2021 i cinghiali si siano resi responsabili di ingenti danni all’agricoltura la cui cifra si aggira complessivamente attorno ai 120 milioni di euro, 17 milioni di danni all’anno in media. Le regioni colpite, sempre secondo i dati emersi sarebbero Abruzzo e Piemonte che vantano rispettivamente 18 e 17 milioni di euro di danni nel periodo sotto analisi. Seguono con oltre 10 milioni Toscana, Campania e Lazio.

Vista la realtà incresciosa e pericolosa che si sta presentando, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti si è detto allarmato da tale situazione che merita una forza d’urto per fronteggiarla adeguatamente. Nello specifico parla di un cambio di gestione per quanto concernono alcune specie di fauna selvatica.

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Un’organizzazione che tenga conto di tutti gli interessi in gioco: si pensi quindi alle imprese agricole pur tutelando l’ambiente. Un modus operandi che a detta degli enti deputati a tale regolamentazione è possibile.  La Confederazione sottolinea le tre priorità: la gestione del periodo di apertura della caccia nel modo congruo, una maggiore selezione di alcune specie ed un sistema di risarcimento dei danni che sia adeguato.

Maria Longo

Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.

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