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Animali a rischio estinzione, spostarli non è una buona idea

Si tratta di una pratica avviata molto tempo fa, ma è anche considerata pericolosa per l’ecosistema: spostare gli animali a rischio estinzione solleva dei dubbi.

Scoiattolo grigio (Canva) – Orizzontenergia.it

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Da decenni si è pensato che spostare gli animali a rischio estinzione in altri luoghi del pianeta fosse la soluzione migliore. Diciamo che tale pratica è sempre stata considerata l’ultima spiaggia per la sopravvivenza delle specie più a rischio. L’azione antropica e il cambiamenti climatici hanno inciso parecchio sull’esistenza di tantissimi animali.

Tuttavia, si tratta di una tecnica considerata pericolosa per gli ecosistemi, in quanto potrebbe subire variazioni nel momento in cui si introducono specie aliene in habitat non loro. Perché è pericoloso farlo? Per due semplici motivi: mettono in squilibrio la catena alimentare e provocano epidemie e distruzioni involontarie.

Introdurre gli animali in habitat differenti per salvare loro la vita: pratica corretta?

Giovane volpe (Canva) – Orizzontenergia.it

Spostare un animale da un habitat all’altro non è impresa semplice. Gli esperti, naturalmente, non introducono una specie alloctona in un diverso territorio in maniera casuale. Prima di effettuare la mossa, infatti, si calcolano tanti fattori. Clima, vegetazione, caratteristiche del nuovo territorio devono essere simili all’ambiente di origine.

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Il nuovo habitat deve essere simile a quello vecchio, per ovvi motivi. In questo modo, la specie può adattarsi e sopravvivere serenamente. Questa pratica viene messa in atto quando un territorio è ormai compromesso e gli animali sono a rischio estinzione. Uccelli, mammiferi, rettili, pesci, sono spostati di continuo a causa dei cambiamenti climatici.

Introduzione di specie alloctone: potrebbe compromettere la conservazione della biodiversità

L’elenco delle specie animali spostate e introdotte in territori diversi da quello d’origine è lungo. In alcuni casi, però, la scelta non è stata positiva. Nonostante il buon intento di conservare la biodiversità e, allo stesso tempo, di evitare l’estinzione di una specie animale, alcune nuove introduzioni hanno comportato diverse problematiche. Come per ogni cosa al mondo, ci sono dei pro e ci sono dei contro.

Le specie introdotte in un nuovo ambiente, infatti, potrebbero mettere in pericolo altre specie. Inoltre, potrebbero diffondere batteri e virus inediti nel nuovo habitat, e provocare così epidemie distruttive, poiché le specie d’origine non hanno sviluppato gli anticorpi necessari. E allora, come comportarsi? Non si possono lasciar morire centinaia di specie animali.

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È pur vero che ogni animale riesce ad adattarsi ai cambiamenti, riuscendo a sopravvivere, ma i cambiamenti climatici della nostra era non sono naturali, ma accelerati dalla mano dell’uomo. Inoltre, ripristinare i territori distrutti è una soluzione lenta, in alcuni casi impossibile. Non si ha tempo per adattarsi o per muoversi autonomamente. Insomma, restano le perplessità riguardo alla pratica dello spostamento.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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