Non mangiarla, è velenosa | La mandragora può essere scambiata per spinaci

Un viaggio tra la botanica e la sicurezza alimentare per riuscire a distinguere la mandragora ed evitare rischi.

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Fiori di Mandragora da Wikipedia, sito OrizzontEnergia

Immergersi nella natura, passeggiare tra i profumi delle erbe selvatiche e raccoglierle è un’esperienza appagante e rilassante, che ci rimette in contatto con l’essenza della natura stessa. Tuttavia, quando si tratta di utilizzare il frutto della nostra ricerca in cucina, la conoscenza è fondamentale per evitare pericoli.

Molte piante selvatiche sono sicure da consumare, ma alcune possono nascondere tossicità mortali. Mentre si passeggia nel mondo affascinante di queste erbe, è bene essere accorti e ben informati. Un esempio è la Mandragora, velenosa e spesso confusa con gli innocui spinaci.

Scopriamo come riconoscere la Mandragora e prevenire scambi fatali

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Mandragora fiorita da Wikipedia, sito OrizzontEnergia

Proprio di recente, la mandragora è stata protagonista di numerosi casi di avvelenamento, soprattutto in Campania, causati dalla sua ingestione accidentale da parte di persone che l’avevano scambiata per degli innocui spinaci. Anche chi è esperto può cadere in questa trappola. E allora, vediamo come imparare a riconoscerla.

La pianta della mandragora si distingue per un fusto basso, carnoso e peloso. Le sue foglie sono di forma ovale e i suoi fiori sono di tipo campanulato, di colore verde o viola. 

Tuttavia, la parte più insidiosa di questa pianta è la radice, che risulta essere molto ricca di principi attivi tossici.

Sin dai tempi più antichi, la mandragora è sempre stata fonte di ispirazione per creare leggende e credenze intorno alle sue proprietà magiche e medicinali. Nella mitologia greca, ad esempio, era una pianta ritenuta sacra ad Afrodite e associata alla fertilità, mentre nell’Antico Testamento veniva menzionata per il suo potere afrodisiaco e la sua capacità sedativa.

La radice della mandragora contiene precisamente degli alcaloidi, ovvero atropina e scopolamina. Queste sostanze sono responsabili degli effetti tossici sulla salute dell’organismo umano, e causano malesseri molto gravi tra cui nausea, vomito, finanche allucinazioni e problemi respiratori.

Per evitare scambi fatali, quindi, ed evitare di confonderla con la pianta di spinaci, è fondamentale imparare a distinguere la Mandragora osservando bene la differenza dei tre aspetti principali di ogni pianta, ovvero foglie, radici e fiori.

Partiamo dalle differenze presenti nelle foglie. Quelle della Mandragora sono carnose, appaiono lucide e sono rigide al tatto, mentre le piante di spinaci hanno foglie piatte, dalla consistenza leggermente croccante e risultano poi morbide al tatto.

Anche le radici sono diverse. Le radici della Mandragora sono nodose e talvolta possono essere biforcute, mentre le radici degli spinaci si presentano sottili e di tipo filamentoso.

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Le foglie di Mandragora da Wikipedia, sito OrizzontEnergia

Infine, i fiori, anch’essi ben differenti tra loro soprattutto per i colori. La Mandragora produce fiori grandi a forma di campana, e di due varietà di colore: o bianchi o violacei. Le piante di spinaci, invece, producono fiori di tonalità verdastra.

Insomma, conoscere e soprattutto imparare a riconoscere le piante che raccogliamo può davvero fare la differenza tra una ricetta appetitosa e un rischio per la salute. È meglio essere acuti osservatori, non solo con la mandragora, ma anche con tutte le altre piante officinali.