Sai cosa si nasconde dietro al tuo disordine? Forse non si tratta solo di una cattiva abitudine: c’è qualcosa di più profondo sotto.
Alcuni di noi sono molto disordinati: la camera da letto è spesso e volentieri inavvicinabile, l’armadio trabocca di vestiti e in agenda sono segnati fin troppi appuntamenti ed impegni. Ma questo comportamento è solo una cattiva abitudine o si tratta di qualcosa di più profondo?

Il disordine è spesso visto in modo negativo: è sinonimo di pigrizia, trascuratezza o mancanza di autodisciplina. Tuttavia, la psicologia ci invita ad andare oltre questi giudizi superficiali. Il disordine può essere l’espressione di tratti di personalità, di momenti emotivi particolari o, in alcuni casi, di vere e proprie difficoltà cognitive o psicologiche. In questo articolo, quindi, andremo a vedere quando il disordine che ci circonda può essere un segnale di un periodo complicato o emotivamente pesante.
Disordine in casa: cosa si nasconde dietro a questo comportamento?
In psicologia, l’essere disordinati può avere diversi significati, a seconda del contesto e del grado di disordine. Non si tratta sempre di un problema psicologico, ma può riflettere tratti della personalità, stati emotivi o, in alcuni casi, anche dei gravi disturbi.

In alcuni casi, può spesso essere un segnale di stati emotivi alterati o di stress. Non si tratta semplicemente di pigrizia o mancanza di cura, ma può riflettere ciò che sta accadendo a livello interno, emotivo e mentale. Nel caso di depressione, anche i compiti più semplici, come ad esempio, riordinare una stanza, possono apparire davvero difficili. Il disordine, in questi casi, può essere un campanello d’allarme che segnala una perdita di interesse, energia o motivazione.
Quando il caos nell’ambiente è estremo e costante, e compromette la vita quotidiana, può essere legato a condizioni psicologiche specifiche. Le principali sono il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD); disturbo ossessivo-compulsivo (OCD); ed il disturbo da accumulo.
Chi soffre del disturbo ADHD spesso fanno fatica a mantenere l’attenzione, a pianificare e a gestire il tempo. Questa difficoltà si traduce in una disorganizzazione cronica, che può riguardare sia gli spazi fisici sia la routine personale.
Invece, chi soffre dell’OCD in alcune forme si può presentare con un pensiero caotico e intrusivo. Tutto questo rende molto difficile mantenere l’ambiente organizzato. Il disordine può così diventare un effetto secondario del disagio mentale.
Infine, se si ha il disturbo da accumulo si ha la difficoltà a liberarsi degli oggetti, anche se inutili o ingombranti. Il risultato è un disordine estremo e progressivo, che può compromettere gravemente la qualità della vita ed anche le relazioni sociali.
Il disordine non è solo una questione estetica o di abitudini: può raccontare molto di come stiamo, di come funziona la nostra mente e di cosa stiamo attraversando. Riconoscere questi segnali non significa giudicarsi, ma prendersi cura di sé in modo più consapevole. Osservare, quindi, il nostro ambiente – senza arrivare a colpevolizzarci però – può diventare un modo per capire meglio anche il nostro mondo interiore.