Coltivato anche in Sicilia, ma originario del Messico, questo frutto del drago noto per il colore blu viene conosciuto anche come pitaya.
La pitaya, o frutto del drago, è un frutto davvero affascinante, soprattutto nella sua versione bio siciliana: qui viene coltivata con metodi naturali, rispettando la stagionalità e l’ambiente. Ma cosa la rende così speciale? Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna senza dubbio conoscere le origini di questo frutto dalla particolare colorazione blu, la cui provenienza è quella dell’America Centrale, nello specifico del Messico.
Il suo sapore e le sue proprietà lo rendono unico, ma quello che stupisce molti è come un frutto esotico come la pitaya possa trovare casa in Sicilia: effettivamente, va detto che il clima mediterraneo caldo e soleggiato è perfetto per questa pianta-cactus, che prospera anche lontano dai tropici. Quello che si trova sulla maggiore isola italiana è un mix di varietà, con polpa che può essere viola-rossa, dal colore intenso e naturale, oppure bianca.
La decisione di coltivare diverse varietà non è solo estetica: permette di ottenere un profilo di sapore articolato e, allo stesso tempo, benefici nutrizionali diversificati. Questa pianta e il suo frutto sono ricchi di fascino e mistero, ma quello che sicuramente rende la pitaya un frutto amatissimo è la sua buccia. Infatti, questa ha scaglie simili a quelle di un drago, e quando la si apre emerge una polpa carnosa e succosa, punteggiata da piccoli semi neri commestibili che danno una croccantezza delicata.
La versione siciliana del frutto del drago blu ha un particolare gusto, che è descritto come molto delicato, con note che ricordano kiwi, anguria e fico d’India. Si profila così in questo modo un frutto dal gusto davvero insolito, ma allo stesso tempo davvero raffinato. Sicuramente molto interessanti sono le proprietà di questo frutto: nella varietà con polpa viola-rossa, sono presenti le betacianine, potenti antiossidanti naturali con proprietà antinfiammatorie.
Questo è solo uno dei suoi benefici: i suoi pigmenti non solo conferiscono il colore intenso, ma rendono la pitaya un alleato prezioso per contrastare lo stress ossidativo e promuovere il benessere cellulare, proprio perché contengono le ormai famigerate betacianine. Inoltre, la pitaya è ricca di vitamina C, fibre e magnesio, un mix nutrizionale che la rende leggera ma allo stesso tempo altamente benefica.
La pitaya può essere mangiata cruda, tagliata a metà e scavata con un cucchiaino, ma è perfetta anche nei frullati, nelle insalate o in ricette più elaborate, sia dolci che salate. Vuoi capire se quando la stai acquistando è matura? Quando cede leggermente alla pressione delle dita, pur mantenendo una consistenza soda, vuol dire che la pitaya è pronta per essere addentata. Un frutto troppo duro non esprime tutto il suo aroma, quando è troppo molle, è ormai “andato”.