Fattorie verticali, la novità del km zero. Il progetto è rivoluzionario

Un nuovo progetto rivoluzionerà il mondo del giardinaggio rendendolo senza sprechi oltre che a chilometro zero. La soluzione green di cui avevamo bisogno.

Frutta e verdura a chilometro zero
Carote (Pixabay)

Carote, ortaggi, frutta e verdura chi può farne a meno? Ovviamente nessuno anche se non tutti i paesi predispongono delle condizioni climatiche favorevole per la produzione di alcuni prodotti. In Italia avere frutta e verdura di stagione non è certamente precluso, ma non sempre e ovunque è così.

Numerose ricerche e studi sono stati condotti per trovare un qualcosa che non desse solamente questi preziosi alimenti ma che lo facesse alla stregua della sostenibilità. Dopo tempo è arrivata l’invenzione che potrebbe capovolgere il modo di coltivare, evitando spreco di acqua e rendendo tutto l’iter squisitamente green, di cosa si tratta? E poi, perché è così conveniente?

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Frutta e verdura a chilometro zero, il progetto rivoluzionario

Frutta e verdura a chilometro zero
Fattorie verticali (Instagram)

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Più raccolti e meno risorse, questa è l’idea principale delle fattorie verticali, un progetto belga nato nel 2016 dopo uno studio attento. La bellezza di questa innovazione consiste nel poter coltivare frutta e verdura nel centro delle città ed avere un prodotto fresco e genuino. Tra i numerosi vantaggi di questa nuova forma di coltivazione vi sono:

  • Risparmio 95% di acqua, ovvero 10 milioni di litri all’anno;
  • Risparmio 95% di terra;
  • Addio pesticidi.

Chi ha già avuto modo di provare degli alimenti provenienti da queste fattorie verticali ha notato come il sapore sia completamente diverso da quello che si è soliti acquistare, un modo alternativo e più sano di mangiare. Inoltre, un dato non meno importante, il minor spreco di acqua comporterà anche un risparmio sotto il profilo economico.

Questi dispositivi hanno delle luci a neon che riproducono il loro habitat naturale, questo spiega perché ogni pianta ha la sua postazione, per meglio soddisfare le rispettive esigenze.  

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Un’occasione anche per prevenire il futuro: si ipotizza che la sovrappopolazione non permetterà a tutti nel 2050 di avere frutta e verdura secondo le tecniche di coltivazione e produzione tradizionalmente note. Se non ora, quando?