Microplastiche e aria di montagna, la situazione è molto precaria

L’aria buona di montagna lo è davvero, oppure, la situazione potrebbe essere un’altra a causa delle microplastiche, di cui siamo responsabili. Scopriamo la realtà dei fatti

Microplastiche nell'aria (Pixabay)
Microplastiche nell’aria (Pixabay)

Le microplastiche sono piccole particelle di plastica più piccole di un millimetro, le quali sono dannose non solo per l’ambiente e la biodiversità del nostro pianeta, ma lo sono anche per il nostro organismo. Una lunga esposizione può causare lesioni infiammatorie o avere effetti cancerogeni. Provengono da diverse fonti, tutte legate alla nostra presenza inquinante sul pianeta. Cosmetici, industrie, auto, anche gli pneumatici man mano che si usurano producono microplastiche. Questi frammenti, nello specifico, non sono biodegradabili e nascono dalla frantumazione della plastica. Questo può avvenire anche a quei prodotti di plastica presenti in mare e sul nostro territorio. I raggi del sole e il moto delle onde, producono la rottura di questi prodotti, rilasciando poi queste piccole particelle. La loro presenza è allarmante, tanto che se ne trovano non solo nel sottosuolo, negli alimenti, in acqua, ma, anche nell’aria, fin sulle montagne.

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Tracce di microplastiche nell’aria fin sui Pirenei: la ricerca

Microplastiche nell'aria, tracce sui Pirenei (Pixabay)
Microplastiche nell’aria, tracce sui Pirenei (Pixabay)

Queste piccole particelle di plastica ormai si sono diffuse ovunque. La causa possiamo ritrovarla principalmente negli imballaggi di plastica e in tutti quei prodotti, anche alcuni tessuti, colpevoli di rilasciare particelle di microplastica nell’aria, nel terreno e nell’acqua.

Ma, non si pensava fossero addirittura presenti nell’aria pulita e fresca delle montagne. A fare luce sulla situazione uno studio svolto da alcuni scienziati del Centre national de la recherche scientifique, in Francia. Una conferma di come queste particelle si trovino anche nell’atmosfera.

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La plastica, che impiega davvero molto tempo a degradarsi, non lo fa mai del tutto, e nel corso degli anni continua a rilasciare questi frammenti dannosi. Tanto che diverse tracce sono presenti nell’acqua e nel sottosuolo, con una conseguente presenza negli alimenti, rintracciate già da diversi studi.

Lo scopo di queste indagini è suonare un campanello d’allarme affinché alcuni procedimenti nella produzione alimentare, e non solo, subiscano un netto cambio di direzione. Gli scienziati francesi hanno aperto agli occhi anche su quest’altro problema ambientale.

Il viaggio delle microplastiche: un danno che si diffonde

A causa degli agenti atmosferici, come il vento e le piogge, le microplastiche si spostano, fino a raggiungere anche un’altezza di 2877 metri rispetto al livello del mare, sui Pirenei. In particolare, sulla vetta del Pic du Midi de Bigorre, su cui è situata una “clean station”, l’osservatorio chiamato così perché lontano dall’influenza ambientale.

Grazie ad una pompa installata ad alta quota, durante alcuni mesi del 2018, gli scienziati hanno analizzato 10mila metri cubi di aria, ogni settimana. I risultati, sorprendenti, rivelano la presenza di queste micro particelle di plastica anche nell’aria ad alta quota, studiandone poi la traiettoria, ne sono state trovate altre anche in nord Africa e nord America.

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Gli scienziati hanno spiegato che le particelle una volta raggiunte la troposfera è come se si trovassero su di un treno ad alta velocità che gli permette di spostarsi sul nostro pianeta. Queste stesse particelle dai Pireni, oltre all’Africa e all’America, si sono spostate anche verso il mar Mediterraneo e nell’oceano Atlantico.

Il centro di studi scientifici ha poi cercato una correlazione tra il trasporto attraverso l’aria delle particelle e la diffusione di un virus, cercandone la correlazione, dato il presente, con la diffusione del Sars-Cov-2, il quale resta sulle superfici di plastica per 72 ore.

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Quindi, le particelle viaggiano, e lo fanno anche a gran velocità, spostandosi addirittura ad alta quota, negli ambienti più lontani dalla routine frenetica dell’uomo e dai fattori inquinanti dell’ambiente. L’insieme di questi dati allarmanti fanno ancora più luce su un evento in programma a breve.

Le Nazioni Unite e il 2022: anno internazionale dello sviluppo sostenibile delle montagne

Il 2022 è stato indicato dalle Nazioni Unite come l’anno internazionale dello sviluppo sostenibile delle montagne, approvato in modo unanime. L’importanza di parlare di quest’argomento è lo scopo di aumentare la consapevolezza su di un tema così delicato e importante.

L’obiettivo è di arrivare ad una conservazione e un uso sostenibile dell’ecosistema di montagna. La scelta di far cadere nel 2022 l’anno internazionale sullo sviluppo sostenibile ha un motivo ben preciso, poiché sono passati 20 anni da quando ci fu l’anno internazionale della montagna nel 2002.

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Il programma degli eventi e, soprattutto, dei temi che si andranno ad affrontare non è stato ancora diffuso. Ma, le microplastiche, sono la realtà e i risultati delle ultime ricerche tirano in gioco anche l’alta quota, non poi così lontana dalla città, come dimostrato dai dati.

Quindi, parlarne è importante per sensibilizzare su una situazione che incide così tanto sul nostro pianeta. Gli ecosistemi presenti, quello marino fino a quello montano, vanno preservati, diminuendo quello che il nostro contributo all’inquinamento ambientale.