Ulivo: come moltiplicarlo all’infinito senza innesto. Il metodo rapidissimo che stavi cercando

L’Ulivo è una pianta apprezzata sin dall’antichità. Il suo significato è simbolico e i suoi frutti da sempre fonte di nutrimento. Come moltiplicare il nostro esemplare?

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Ulivo con frutti (Foto di chezbeate da Pixabay)

L’Ulivo, o Olivo è una pianta originaria dell’Asia minore e della Siria. La costa meridionale dell’Asia minore vanta sin dall’antichità la crescita spontanea di questa ricchissima specie vegetale. L’olivo è un albero da frutto, produce infatti le olive da cui si estrae l’olio d’oliva, prodotto dalle spiccate e celebri proprietà nutritive.

Rinomato per la sua resistenza, l’olivo non richiede cure particolare ma è sensibile ad alcuni parassiti e sbalzi climatici.  Abituato a climi secchi e aridi l’olivo pur essendo una pianta sempreverde, teme le basse temperature. Scopriamo allora come moltiplicare il nostro esemplare di ulivo in poche semplici mosse.

Ulivo: un metodo semplice ed efficace per moltiplicarlo

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Olive nere (Foto di Hans Braxmeier da Pixabay)

I popoli orientali e quelli europei hanno sempre considerato questa pianta un simbolo di pace e prosperità. Nell’antica Grecia l’olivo era considerato un albero sacro, importante al punto che chiunque venisse sorpreso a danneggiarlo veniva punito con l’esilio. Ad oggi l’olivo mantiene il suo significato allegorico nella domenica delle palme. Rito cristiano, si serve dell’olivo per scambi conviviali di ramoscelli che stanno a significare la riconciliazione.

Partendo dalla tua piantina di ulivo preesistente, procurati un ramo di una lunghezza minima di almeno 40 cm, dai 40 cm in sù va bene, ma non esagerare. Il diametro del fusto deve superare in alcuni punti i 5 millimetri. L’età dell’esemplare deve essere di un anno o due.

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Da questo ramo si potranno ora ricavare le talee. Considerate che una talea di ulivo dovrà essere compresa fra i 20 e i 25 cm di lunghezza. Dal ramo di cui disponiamo sarà possibile ricavare una sola talea, quindi. Per la creazione di un nuovo apparato radicale non andremo a considerare né l’apice la base del ramoscello: per generare nuove radici il fusto non dovrà essere né legnoso né eccessivamente tenero.

Andiamo quindi a tagliare il nostro ramo alla base praticando un taglio obliquo, facciamo lo stesso per la sezione apicale mantenendoci però perpendicolari (non obliqui) rispetto al tronco. Ecco ricavato il rametto che diventerà la nostra talea. La preparazione non è però ultimata. Dal ramoscello che abbiamo ottenuto andrà asportata parte delle foglie.

Questa operazione di pulizia è infatti necessaria. Se dovessero crescere nuove radici queste non sarebbero in grado di sostenere tutte le foglie presenti sullo stelo e neppure i nuovi germogli. Procediamo quindi rimuovendo le foglie più vicine alla base della talea fino ad arrivare in cima. Sarà sufficiente lasciare anche sole due foglioline in cima al ramoscello.

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Saranno da rimuovere anche i ramoscelli laterali attaccati al fusto. La talea d’ulivo è fra le più difficili da far crescere. In proporzione su 10 talee soltanto una avrà la fortuna di radicare. Per aumentare la possibilità di attecchimento si può ricorrere a degli ormoni radicanti. Se non disponete di ormoni radicanti sarà sufficiente procurarvi una bustina di aspirina in polvere, non nella versione effervescente, mi raccomando.

Per far sì che gli ormoni sortiscano il loro effetto è necessario lasciare scoperta la parte viva della base della talea. Ciò significa che con un coltellino si dovrà rimuovere un pò della corteccia alla base del piccolo ramo salendo di circa 5 cm. Gli ormoni hanno infatti la capacità di attecchire sulla parte viva della pianta. A questo punto, con l’aiuto di un pennellino, andate a ricoprire la parte viva che avete ottenuto alla base con la polvere di aspirina.

Preparato il vasetto di terra non resta che inserire all’interno, invasare, la nostra talea. Attenzione però: non infilate direttamente la talea nel terreno, questo farebbe sì che tutti gli ormoni si disperdano nell’attrito con la terra. Basterà quindi praticare, con l’aiuto di un bastoncino, un foro nel terreno profondo circa 10 cm e largo pochi millimetri.

A questo punto sarà possibile inserire la talea senza troppe controindicazioni. Sistemate quindi il terreno attorno al bastoncino di modo da rimpolpare il foro. Prendere un nebulizzatore ed inumidite la terra circostante la talea. Per favorire la crescita della piantina è bene ricreare un ambiente condizionato intorno ad essa.

Per ambiente condizionato si intende un clima che garantisca temperatura ed umidità costanti. Come ricrearlo? Basterà munirci di un sacchetto di plastica ed inserirvi all’interno il vasetto con la talea. Chiudete il sacchetto di plastica e posizionatelo in un punto molto luminoso ma non ai raggi diretti del sole. Passati almeno 40 giorni se la talea ha attecchito troverte dei piccoli germogli all’apice del fusto.

La comparsa dei germogli sta a significare che alla base si è sviluppato un piccolo apparato radicale. Dopo sette mesi i due germogli dovrebbero essersi trasformati in rametti da 10 cm con foglie proprie ben sviluppate. Esperimento riuscito quindi!

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