La rendita di un terreno agricolo. Il 2022 è l’anno delle sorprese

Quanto può rendere un terreno agricolo nel 2022? Affittato o comprato, scopriamo come investire al meglio sul proprio terreno.

terreno agricolo rendita albero
Aperta campagna (Foto di JuergenPM da Pixabay)

Nel momento in cui si acquista un appezzamento di terreno, si ha in mano un tesoro dall’inestimabile valore. È proprio così o c’è un valore preciso calcolabile? Il successo dell’investimento andrà valutato sicuramente in termini di rendita nel lungo o breve termine.

Che lo si affitti a terzi o si decida di coltivarlo in proprio l’investimento in terreni agricoli risponde a precise percentuali di rendimento. Parliamo di questo, del tasso di redditività e di plusvalenza.

Comprare un terreno nel 2022: è un buon investimento?

Terreno agricolo rendita albero
Terreno agreste (Foto di Tim Hill da Pixabay)

Il rendimento medio di un investimento su terreno agricolo varia tra l’1% e il 3% ma è necessario sommare a queste percentuali il tasso di plusvalenza al momento della rivendita. Il plus cioè, che ha acquisito l’appezzamento durante l’attività. Affittare un ettaro di terreno costa tra i 150 e i 220 euro all’anno con un reddito del 2% annuo.

Al momento della vendita l’acquirente riceverà un canone fisso, precedentemente stabilito su contratto, da dover rispettare. Il rendimento è limitato, tuttavia acquistare un terreno può presentare significativi vantaggi in termini di impresa ed economia. 

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Il fabbisogno alimentare è l’unica necessità resistente all’incedere del tempo. Un parametro in continua crescita è quello della densità demografica, va da sè che maggiore sarà il numero della popolazione più elevata sarà la domanda alimentare. Se la domanda alimentare cresce, crescerà proporzionalmente anche il costo dei terreni. Ma approfondiamo.

Ivestire su un terreno, ad oggi, può essere redditizio? La terra può essere ancora considerata un bene? Queste domande hanno risposte in continua trasformazione. La vantaggiosità di un investimento terriero è sottoposta, sempre, all’andamento dell’indice di vendita di mercato. In parole povere si tratta di considerare il contesto e il periodo storico in cui si effettua l’investimento. 

In questi giorni ad esempio la Commissione europea ha stanziato dei fondi per incrementare l’investimento in ettari di terreno coltivabile. La manovra è atta a garantire una risposta efficace alla crescente domanda alimentare cerialicola generata dalla crisi in Ucraina e scontentata dall‘inflazione dei beni agricoli. Lo scenario storico ha reso necessari finanziamenti esterni per garantire la buona riuscita del processo di produzione agricola europeo.

Acquistare oggi un terreno agricolo potrebbe sicuramente essere vantaggioso dato la scenario di crisi, ma non ugualmente clemente nei riguardi del capitale investito. Sarà a questo punto importante garantire una buona riuscita del raccolto, ad esempio, per incrementare la crescita del valore aggiunto del bene.

La crisi pandemica ha inoltre accellerato una specie di “corsa alle campagne“. L’ambiente rurale e bucolico che garantisce un isolamento all’aria aperta è entrato nelle mire di gran parte della popolazione lungimirante nei riguardi di altri possibili lock down.Quello sul terreno è tuttavia un investimento a basso rendimento.

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Rispetto ad investimenti su vino o bestiame, quello sulla terra garantisce come si diceva prima l’1-3% annuo di rendimento. Tuttavia ripristinare il ruolo della terra ai giorni nostri è di fondamentale importanza. La crisi ambientale accusa come principale se non unico colpevole il sistema di produzione mondiale.

Adottare su larga scala la produzione autonoma di derrate alimentari a chilometro zero e impatto zero garantirebbe l’uscita dalla crisi climatica nell’arco di poco meno di 20 anni. Una riduzione in massa delle emissioni di Co2 provenienti dall’industria renderebbe possibile la ripresa ambientale.

Quella stessa a cui il covid ci ha permesso di assistere durante i giorni più duri regalandoci uno squarcio distopico sulla vita senza uomo. Senza estremizzare, non dobbiamo di certo votarci alla vita agreste tuttavia adottare uno stile di vita più sistenibile gioverebbe al pianeta e a certa buona impresa.