L’industria della carta incontra il polline. I nuovi fogli cancellabili amici dell’ambiente

L’industria della carta incontra il polline. È in fase di rodaggio il nuovo metodo di produzione che salva gli alberi e non consuma energia.

Carta polline deforestazione
Disboscamento (Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay)

L’industria della carta sfrutta da sempre gli alberi per produrre i propri prodotti. A lungo andare questo processo produttivo ha fornito un apporto sostanziale alla crisi ambientale del nostro secolo. La deforestazione e il disboscamento sono fra i primi danni gravi additati all’industria cartaria.

Come per tutte le fabbriche, anche per muovere l’industria della carta è necessario un dispendio di energia, un consumo. Ogni consumo comporta delle emissioni di gas nell’atmosfera, e, in questo caso, il danno è allora doppio. Ma il progresso indossa oggi i colori della transizione ecologica: arriva la carta cancellabile ricavata dal polline. Scopriamo di che si tratta.

L’industria della carta incontra il green. Gli alberi tirano un respiro di sollievo, o forse no

Carta polline natura
Ape e polline (Foto di Myriams-Fotos da Pixabay)

Il nuovo prototipo di foglio può essere riutilizzato fino a 8 volte. La nuova pratica, oltre a non gravare sugli alberi, esclude il passaggio del riciclo. Sebbene sia infatti un meccanismo utile per la salvaguardia delle risorse naturali, richiede comunque l’impiego di macchinari.

Il processo chimico alla base della nuova produzione è stato studiato e messo a punto dall‘Università di Nanyang, Technogical University of Singapore. Questa nuova tecnologia potrebbe finalmente sostituire la tradizionale produzione di carta che si serve di legno e fibre di cellulosa. La carta a base di polline può essere riutilizzata cancellando l’inchiostro.

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La novità introdotta non riguarda la  sola filiera produttiva. L’argomento di fondamentale innovazione è il minore impatto ambientale garantito del nuovo metodo. Per produrre questa carta non è necessaria la mole di consumo energetico richiesta dal metodo tradizionale.

Come si diceva prima non richiede poi di essere processata ulteriormente per il riciclo e non richiede l’abbattimento di alberi. I grani di polline trasportano i geni riproduttivi maschili delle piante e si rinnovano continuamente in natura poichè sono il frutto del loro fisiologico processo riproduttivo.

Il polline è presente in in natura in quantità massicce e rappresenta una specie di energia rinnovabile naturale. Questa carattersitica lo rende un materiale di grande utilità per le nuove politiche legate alla green economy e alla sostenibilità. Per creare i fogli di polline i ricercatori hanno eliminato il materiale cellulare all’interno di ogni singolo grano di polline.

Successivamente si sono serviti dell‘idrossido di potassio per trasformarlo in particelle soffici di microgel. L’idrogeno di potassio è un correttore dell’acidità. Viene utilizzato per contrastare anche le allergie stagionali ed è presente in molti prodotti alimentari. È capace infatti di isolare quelle componenti del polline che causano gli episodi reattivi.

Il microgel ottennuto viene poi immerso in acqua deionizzata, per purificarlo da eventuali particelle, e versato in un apposito stampo. Infine viene lasciato asciugare all’aria aperta. Una volta asciutto il foglio ha uno spessore di 0,03 mm, è davvero sottile! I ricercatori della NTU hanno deciso di testare la carta stampandoci i celebri girasoli di Van G0gh.

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Il risultato ha dato esito positivo sebbene il tono dei colori sia risultato più tenue dell’originale. Per cancellare quanto impresso in precedenza sul foglio lo si drovrà immergere in una soluzione alcalina. Ossia una soluzione con ph maggiore di 7. Questa sarà capace di disintegrare lo strato superficiale di inchiostro in due minuti, lasciando intatto il foglio.

Questo viene poi ritrattato con l’etanolo (la componente principale dell’alcol) e lasciato asciugare all’aria aperta. Il processo può essere ripetuto fino a 8 volte senza che il foglio ne risenta. Il 40% del legno prodotto globalmente viene impiegato per la produzione di carta e fibre di cellulosa, spiegano le stime del WWF.

L’Italia è il paese che consuma più carta al mondo. Nell’attesa che le ricerche ultimino le loro scoperte è bene cercare di fare un uso il più possibile parsimonioso delle risorse disponibili. Un atteggiamento più consapevole in materia ecologica potrà ridurre la nostra impronta sull’ambiente.