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Giardinaggio

Piante velenose, la lista nera di quelle presenti in Italia: occhio ai pericoli

Per quanto possa sembrare strano anche in Italia ci sono alcune piante, molto diffuse, che sono velenose. Ecco quali sono

Pianta di ginestra (Foto di jacqueline macou da Pixabay)

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Sembra davvero impossibile da credere ma anche in Italia ci sono piante velenose, il cui veleno può risultare anche fatale. E’ importante riconoscerle subito perché, solo in questo modo si non coglieranno e toccheranno. Si tratta di piante e fiori facili da trovare in campagna o tra i boschi. Ecco quali sono

Piante e fiori velenose in Italia la lista nera

Pianta di oleandro (Foto di Hans Braxmeier da Pixabay)

Sapere quali siano queste piante e fiori velenose è importantissimo non solo per la nostra salute, ma anche per quelle dei nostri cari e dei nostri animali che potrebbero essere attratti dai profumi e dai colori di queste, causando poi dei danni incredibili rischiando anche la morte.

OLEANDRO

Appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, questa arbusto sempreverde è una delle piante più velenose al mondo. Nonostante ciò è una delle piante più diffuse nei giardini e nei parchi Merito della sua capacità di resistere per molto tempo anche senza acqua. L’oleandro è tossica sia per gli essere umani sia per ogni animale.

In questa pianta sono contenuti, infatti, glicosidi cardioattivi che, oltre ad alterare il ritmo cardiaco e causano aritmie di varie nature. In oltre se i fiori di questa pianta dovessero essere ingeriti si creerebbero disturbi al sistema nervoso, tachicardia, vomito e disturbo gastrici. L’oleandro è molto velenoso, tanto che una sola foglia ingerita può uccidere un bambino. E’ fondamentale evitare poi il contatto con le mucose.

BELLADONNA

Appartenente alla famiglia delle Solnaceae, la Belladonna cresce spontaneamente nelle zone montane e submontane fino a 1.400 metri. I frutti di questa pianta velenosa spesso sono scambiati per mirtilli. Un gravissimo errore perché queste bacche sono molto velenose. Infatti ne bastano 3 – 4 bacche per dare inizio all’avvelenamento i cui sintomi iniziano nel giro di 20 minuti che si manifestano con: la perdita del controllo psicomotorio, risate spasmodiche, disordini mentali e allucinazioni. Questi sono solo i primi effetti perché poi iniziano gli effetti collaterali veri e propri che si manifestano con sudorazione e ipertermia, aumento della temperatura corporea, secchezza della bocca, insufficienza polmonare. Tutti elementi che possono portare con la morte

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TASSO COMUNE

Questa pianta, appartenente alle Texaceae, viene utilizzata per la creazione di siepi ornamentali. Il tasso comune, noto anche come albero della morte, ha un’altissima concentrazione di taxina nelle foglie e nei semi. Questo veleno determina effetti narcotici, paralizzante. Ma anche difficoltà respiratorie, problemi cardiaci, nausea, vomito. In caso di forte esposizione si può anche arrivare al coma e alla morte. Sebbene bastino pochissime foglie, il frutto può essere mangiato.

GINESTRA

Un’altra pianta molto diffusa nei giardini è la ginestra. Questa pianta arbustiva ornamentale è completamente tossica. I fiori e i semi contengono citisina, ovvero un alcoloide che in piccole dosi ha effetti lassativi e diuretici. Mentre in dosi abbondanti provoca il coma.

ACONITO NAPELLO

Questa pianta erbacea, appartenente alla famiglia Ranunculaceae, è tipica delle regioni alpine. Il veleno di questa pianta colpisce principalmente il cuore, il sistema nervoso centrale e periferico. L’aconitina si può assumere sia per via orale che per contatto dermico. L’ingestione di appena 3 grammi può portare subito alla morte.

PANACE DI MANTEGAZZA

Questa pianta appartiene alla famiglie della famiglia delle Apiaceae è diffusa in tutto il territorio alpino. Il panace di mantegazza, che può arrivare anche a 2 metri di altezza, è estremamente pericoloso. Il contatto con la pelle può creare gravi ustioni, dolorosissime vesciche fino alla completa cecità.

MENTA ROMANA

Questa pianta aromatica non rilascia veleno da contatto. Altresì è importante sapere che la menta romana contiene pulegone e chetone. Sostanze che la rendono irritante e nefrotossica solo in caso di ingestione. Una quantità elevata, anche grazie a un infuso, possono causare danni epatici e neurologici che possono arrivare alla morte.

CICUTA MAGGIORE

Questa pianta assomiglia moltissimo al prezzemolo e cresce in modo spontaneo nelle campagne italiane. In caso di ingestione questa pianta porta alla morte grazie alla presenza di diversi alcaloidi come la coniina che causa una paralisi ascendente fino ad arrivare a bloccare il cuore.

STRAMONIO COMUNE

Nota come “erba del Diavolo“, è una pianta amara ed estremamente velenosa. Questa pianta produce effetti narcotici, ipnotici, antidolorifici e allucinogeni. Gli alcaloidi concentrati nello stramonio causano la paralisi dei muscoli e del sistema respiratorio fino ad arrivare alla morte.

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MUGHETTO

Questa pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asparagacee ed è velenosa, grazie al glicosidi cardioattivi, in tutte le sue parti, escluso però il rizoma. Il veleno del mughetto interferisce con il funzionamento del cuore e porta rapidamente alla morte. Può essere fatale anche il contatto che può provocare irritazioni locali. I sintomi, invece, di avvelenamento da ingestione sono: nausea, vomito, diarrea, vertigini, dolori addominali, spasmi muscolari, depressione cardiocircolatoria, aritmie che possono portare all’infarto.

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