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Debito ecologico, di cosa si tratta e perché il mondo ha esaurito le risorse

Da oggi scatta l’Overshoot Day, ovvero la giornata del debito ecologico: la Terra ha esaurito le sue risorse. Di cosa si tratta?

Cartello di protesta “un solo mondo” (Pexels)

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Ogni anno arriva sempre prima e da oggi la Terra è in debito ecologico. Si chiama Overshoot Day, il giorno in cui il Pianeta ha terminato tutte le risorse per il 2022. Significa che, a partire da questo giorno, iniziamo a consumare le risorse del 2023. Se la Terra, a luglio, ha terminato le risorse in grado di produrre in un anno, la questione è davvero grave.

Oggi, dunque, è una data simbolica che deve far riflettere tutti quanti, poiché segna la fine delle risorse destinate per quest’anno. Lo scorso anno, l’Overshoot Day era avvenuto due giorni più tardi, il 20 luglio, mentre nel 2020, complice le restrizioni imposte dalla pandemia, era avvenuto il 20 agosto. Insomma, un incedere minaccioso che sottrae risorse ed energia al pianeta.

Overshoot Day, esaurimento delle risorse della Terra

Il pianeta in una mano (Pexels)

Una situazione catastrofica che non accenna a rallentare. Ma se la Terra è in sofferenza, ci sta già chiedendo il conto. Ne stiamo subendo le conseguenze, mai come quest’anno, data la siccità prolungata e un caldo infernale così continuo che soffoca il Pianeta da mesi. Ciò testimonia l’impronta ecologica da parte dell’umanità, impronta che si è deciso di misurare già dal lontano 1970.

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La Global Footprint Network compara, da allora, la biocapacità del Pianeta con l’impatto dell’uomo, stimando un calcolo per le risorse disponibili dell’intero anno. La data di oggi rappresenta tanto, ma se l’Overshoot Day indica la media mondiale, ogni Paese ha il suo debito ecologico personale.

In Italia, ad esempio, il debito ecologico è iniziato già da tempo, si parla del 15 maggio scorso. Un debito aumentato esponenzialmente nel corso degli anni. E pensare che nel 1970, l’Overshoot Day era caduto a metà dicembre, quindi rappresentava un debito di pochi giorni.

Oggi, invece, il debito è di quasi metà anno, significa che avremmo bisogno di due mondi uguali per soddisfare la richiesta di risorse naturali. Invertire il trend negativo è possibile. Magari non si potrà tornare ai livelli degli anni 70, quando eravamo esattamente metà della popolazione mondiale, ma almeno possiamo rallentare questa lenta agonia, allentando il cappio attorno al Pianeta.

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Se, come programmato, dovessimo riuscire a mantenere la temperatura al d sotto di 1,5° entro il 2050, l’Overshoot Day si sposterebbe al mese di agosto, retrocedendo di una decina di giorni. Sarebbe già un traguardo dignitoso, ma per raggiungerlo, tutti quanti devono applicarsi per fare la differenza. Governi compresi.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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