Italia e caldo, il CNR parla di tropicalizzazione del clima. Da qui non si torna indietro

Il CNR rivela che il 2022 è l’anno più caldo di sempre in Italia, almeno da quando esistono le rilevazioni meteo-climatiche: caldo record e siccità.

crisi climatica Italia
Piantina nata dal terreno secco (Pixabay)

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Sono mesi che stiamo subendo un caldo torrido che spezza il fiato e una siccità mai così prolungata che sta prosciugando i laghi italiani. Secondo i dati raccolti dal CNR, il Consiglio Nazionale di Ricerca, il 2022 è l’anno più caldo nella storia recente dell’Italia. Soltanto nel 2003 si sono osservate temperature simili. Ma questo andamento preoccupa molto gli esperti del clima.

Si parla di tropicalizzazione dell’Italia e di tutto il bacino Mediterraneo, un fenomeno di trasformazione climatica che mette i brividi. Le temperature anomale degli ultimi tempi stanno stravolgendo il territorio, con temperature medie superiori di circa un grado rispetto ai secoli precedenti e di più di 2 gradi in questa infuocata estate.

Tropicalizzazione dell’Italia: caldo record a cui dovremo abituarci

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Albero secco al sole cocente (Pixabay)

Dall’inizio delle rilevazioni, avviate nel 1800, sono numerosi gli anni che hanno presentato temperature anomale. Picchi di calore che hanno investito la penisola durante le varie stagioni. Tuttavia, questo andamento anomalo è via via sempre più frequente. Nel 2018 ad esempio, si sono registrati tra i 2 e i 3,5 gradi in più di media in inverno e in primavera.

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Ma a preoccupare gli esperti non sono solo le alte temperature, ma soprattutto la prolungata siccità. L’assenza di piogge comporta tre problemi enormi. Il primo è la mancanza di acqua pulita per soddisfare il bisogno di cittadini. Il secondo è il prosciugamento dei laghi e delle falde, che rendono arido e inospitale il territorio. Il terzo problema è legato ai fenomeni naturali catastrofici, sempre più frequenti e insistenti.

Senza contare che la scarsità di acqua potabile mette in crisi tutti i settori dell’economia, dell’allevamento e dell’agricoltura. Negli ultimi mesi, proprio a causa della siccità, gran parte delle aziende produce in perdita. Secondo Coldiretti, se la situazione non migliora entro la fine dell’estate, numerose aziende saranno costrette a chiudere l’attività, e si potrebbero bruciare oltre 6 miliardi di euro.

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I danni sono enormi, e purtroppo non si può più tornare indietro. Non possiamo far altro che rallentare il cambiamento e convivere con questi episodi anomali. Prima o poi, l’intera Europa Meridionale subirà il processo di trasformazione climatica, assumendo un clima tropicale, quindi caldo costante, umidità alle stelle, poche piogge ma con molti improvvisi temporali. Non è certo un bello scenario quello che si prospetta.