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Capre e pecore per contrastare gli incendi: si sfrutta il loro appetito

Torna un modo antico di affronatare gli incendi che devastano ogni anno ettari di bosco: come i nostri nonni, capre e pecore al pascolo

Aereo antincendio ()-Foto di jacqueline macou-Pixabay

Si sa, l’arrivo dell’estate porta con sè il sole, il mare, le vacanze, ma in alcune regioni della nostra bellissima Italia, anche incendi boschivi. Le zone a rischio incendio, nella stagione estiva, sono generalmente al centro-sud. Il settentrione è colpito più frequentemente in primavera, quando gli alberi sono secchi per il gelo invernale.

I metodi per poter contrastare gli incendi, attualmente, sono per via terra e per via aerea. Gli interventi tempestivi delle guardie forestali, dei vigili del fuoco, della protezione civile e dell’areonautica militare, sono fondamentali per contenere i danni di un incendio.

Gregge di capre (Foto di Rajesh Balouria-Pixabay)

In realtà, gli incendi non colpiscono soltanto l’Italia. La situazione, purtoppo, è abbastanza seria anche nel resto d’Europa. E, di anno in anno, il fuoco porta via ettari di alberi. La causa è da imputare anche alla siccità e alle estati sempre più calde.

Si sta cercando, a livello governativo, di trovare soluzioni alternative per arginare gli incendi. Tutti sono d’accordo sul fatto che è meglio prevenire, che spegnere fuochi che già hanno distrutto migliaia di alberi.

Un’idea innovativa arriva dalla Catalogna, che ha deciso di affidare ad animali da pascolo, quali le pecore e le capre, la salvaguardia delle aree verdi a rischio. Ha ingaggiato 290 animali, affidando loro le aree più aride e, quindi, più esposte agli incendi. La strategia prevede che le capre e  le pecore, si cibino della vegetazione, creando spazi aperti.

Questo permette di avere un maggiore controllo per arginare eventuali incendi. Inoltre, il pascolo libero,  permette agli animali di girovagare come meglio preferiscono, e, calpestando e sbriciolando tutto ciò che di secco c’è sul terreno, non permettono ai residui di diventare combustibile utile alle fiamme.

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Si tratta di un progetto partito in primavera nel Parco Naturale di Collserola, 8.000 ettari di boschi da preservare. Un pastore ha accompagnato il suo gregge e lo ha lasciato pascolare affinchè ripulisse il sottobosco.

L’idea risale al 2016, quando, sempre in Catalogna, si era fatto ricorso all’aiuto dei pascoli di pecore e capre. Con il tempo e, visto l’impatto positivo del progetto, anche altre nazioni hanno seguito l’esempio, sia in Europa che in America.

Le capre sono animali erbivori molto selettivi. Sono agili e sanno stare sulle due zampe posteriori. La loro costituzione permette di raggiungere piante difficilmente accessibili per gli altri animali. Possono raggiungere rami e foglie fino ai 2 metri di altezza. Le pecore, al contrario, non si arrampicano sugli alberi, ma riescono a pulire molto bene le zone che pascolano.

Anche l’Italia si sta attrezzando per contribuire alla salvaguardia dei propri territori montani. L’obiettivo primario è avere maggiore cura delle valli coinvolgendo la comunità e istruendo eventuali turisti ad avere la massima cura ed attenzione quando cammina per i boschi.

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Nel  Friuli, la prima iniziativa è partita il 3 giugno scorso. Alcune  pecore hanno raggiunto la sommità del Monte Sabotino grazie all’intervento dell’associazione Ewima. E’ un progetto importante dal punto di vista ambientale, per la conservazione della biodiversità e la prevenzione degli incendi.

“L’Amministrazione regionale – ha aggiunto l’assessore regionale alle Risorse forestali, Stefano Zannier- ha l’interesse a rendere fruibili e tutelate queste zone. Bisogna abbinare alle forme di tutela, come l’istituzione di un biotopo, quelle legate al loro utilizzo per riuscire ad avere una gestione ottimale del territorio”.

L’aiuto che deriva dal pascolo libero di pecore e capre, è perfettamente in linea con la tutela del territorio nel pieno rispetto delle biodiveristà. Un passo importante verso la salvaguardia dell’ambiente che viviamo e di cui tanto si parla.

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