Ramonda, la pianta della resurrezione: tutto sul suo conto

Le piante di Ramonda sono sempreverdi da fiore ideali per abbellire i giardini rocciosi, balconi verande e terrazze, perfette per coprire fessure e crepe dei muri.

Ramonda curiosità pianta
Ramonda scogli – Pixabay

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Il genere Ramonda comprende diverse specie di piante da fiore rustiche della famiglia delle Gesneriaceae originarie della Serbia, Bulgaria e dei Balcani dove crescono indisturbate dai 500 ai 2000 metri d’altitudine in quasi tutti gli  ambienti ombrosi e freschi, soprattutto nei boschi di conifere o latifoglie e persino nelle spaccature delle rocce ricoperte da uno spesso strato di muschio, dove si riproducono velocemente grazie ai semi liberati dalle capsule mature.

La pianta di Ramonda ha una robusta radice fascicolata che in pieno vigore vegetativo genera un un folto cespo appiattito composto da numerose foglie sempreverdi molto decorative sostenute da piccioli coperti da numerosi peli color ruggine.

 

Ramonda, conosci la pianta della resurrezione?

Ranonda cosa sapere
Annaffiatoio – Pixabay

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Le foglie, disposte a rosetta sulla superficie del terreno, sono spesse, ruvide, di colore verde scuro, con lamina fogliare ovale o romboidale, base cuneiforme e margine dentato. Sono coperte da corti peli bianchi sulla pagina superiore, lunghi e color ruggine su quella inferiore.

I fiori, portati da 1 a 6 assi fioriferi ghiandolosi e purpurei, hanno generalmente la corolla piatta o leggermente campaniforme, composta da 4 – 5 petali ovali viola, raramente bianchi, centro vellutato composto da stami eretti gialli o arancioni. Il calice è formato da 5 lobi verdastri, con apice ottuso.

Il frutto è una capsula ovoidale appuntita formata dalla fusione di due carpelli che a maturazione si apre a metà,  disseminando i semi contenuti in essa. I semi della Ramonda sono piccolissimi, ellissoidali, scuri e germinativi. Le piante di Ramonda pur non avendo esigenze particolari vegetano bene dando il meglio di sè in un miscuglio sciolto composto da terriccio fresco ed umido misto a foglie e torba. Resistono molto bene alla siccità e, anche se appassiscono hanno la capacità di riprendere completamente il loro turgore non appena vengono annaffiate abbondantemente, grazie a un fenomeno naturale noto come anabiosi. Le annaffiature vanno comunque praticate con frequenza e regolarità nei mesi estivi e sospese durante l’inverno. Alla fine dell’inverno per stimolare la ripresa vegetativa e una maggiore produzione dei fiori è bene mescolare nel terreno del concime.

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Infine, un altro punto da tenere bene in mente: visto che ama le temperature fredde, va da sé che la pianta non ami particolarmente il sole quindi se decidi di coltivarla in vaso è giusto che tu sappia che la pianta preferisce stare in luoghi ombrosi o a mezz’ombra. Soprattutto per quanto riguarda le ore più calde del giorno.