I pesci, provano prurito e soprattutto, si grattano? Scopriamolo insieme

Quando si parla di pesci possono sorege diverse domande, come quella, per esempio, se soffrono il prurito come gli altri animali

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Pesci (Foto di PublicDomainPictures-Pixabay)

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Il mondo sommerso è sempre fonte di affascinanti scoperte, anche se spesso rimangono inspiegabili. I pesci praticano quello che in gergo si definisce chafing, dal verbo to chafe, che significa sfregarsi fino ad irritarsi la pelle.

Si dedicano a questa attività in modo diffuso per pulirsi, rimuovere i parassiti ed altre possibili fonti di irritazione. Ma come fanno? Non essendo dotati di zampe devono trovare altre alternative per dare sollievo a quello che potremmo definire prurito.

Le strategie dei pesci

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Pesci (Foto di Pexels-Pixabay)

Tra le cause del prurito vi sono certamente batteri e parassiti. Questi sono organismi presenti sulla superficie del corpo dei pesci, che, provocando delle irritazioni, inducono gli ospiti ad adottare meccanismi per liberarsene e trovare sollievo. ,

Lo chafing dunque, è un’atteggiamento molto comune per gli esseri marini di ogni specie e dimensione. Per farlo utilizzano ciò che è a loro disposizione, come per esempio, le rocce o la sabbia del fondale.

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Ma ne esiste una versione molto più rischiosa , invece di sfregarsi contro un elemento inanimato, alcuni soggetti, si grattano contro il loro principale predatore. Il team dell’Università di Miami, che ha condotto uno studio, ha rivelato che, le tipologie acquatiche che adottano questo atteggiamento, sono molto più diffuse di quelle che pensavano.

Hanno registrato 12 specie diverse, tra cui il tonno rosso, il carango e la leccia, in 13 luoghi in tutto il mondo, nell’atto di fare chafing su diversi squali, compreso lo squalo bianco. Il numero di individui che si serve di questo temibile predatore è molto variabile.

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A seconda dei casi, ci sono pesci che lo fanno da soli ed altri in gruppi anche di 100 individui. Un comportamento estremamente rischioso, giustificato forse dal fatto che la pelle degli squali è coperta da piccole strutture dure e resistenti chiamate denticoli dermici.

Con questi si possono ottenere gli stessi risultati che si hanno contro una roccia. I ricercatori si chiedono perché dunque, visto che ci sono alternative, questi animali rischiano così tanto?  Questo, al momento, è ancora un mistero.