Ultima Cena di Leonardo, i simboli nascosti lasciano senza parole

L’Ultima Cena del celebre da Vinci è uno degli affreschi che più destano interesse e curiosità nell’animo di studiosi e restauratori dell’arte. Cosa si è scoperto stavolta?
Ultima Cena Annunciazione
L’Annunciazione – foto da pixabay

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Quella dell’Ultima Cena (o “il Cenacolo”) è senza dubbio l’opera di Leonardo da Vinci, assieme alla “Gioconda“, più enigmatica e affascinante della storia dell’arte. Studiosi dell’arte, della chimica, restauratori, uomini di Chiesa e teologi da ogni parte del mondo hanno riservato a questo dipinto murale dedizione e acume incredibili.

L’opera dell’artista, custodita a Milano nel refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie, è tornata nuovamente a far parlare di sè. Vediamo cosa si è scoperto.

Ultima cena di Leonardo: nuovi simboli alimentano il mistero del celebre dipinto murale

ultima cena affresco
Il cenacolo, dipinto murale – foto da pixabay

Il dipinto murale, realizzato fra il 1494 e il 1498 e realizzato su commissione di Ludovico il Moro, è ad oggi oggetto di un nuovo studio imperniato sull’analisi delle pietre preziose raffigurate nell’affresco. Questo aspetto è stato fino ad ora poco esplorato e potrebbe portare ad esilaranti novità circa quest’opera dal fascino insuperato.

L’opera è stata realizzata, si diceva, verso la fine del 1400, verso la fine, quindi, del Medioevo. Lo studio prende quindi in considerazioni alcuni elementi salienti provenienti dal contesto storico di fine Medioevo presso la corte di Ludovico il Moro, committente dell’opera. Alla corte di Ludovico era molto in voga associare le pietre preziose ad elementi e significati biblici.
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Non di rado si indossavano sopra pellicce o mantelli con lo scopo di adornarle con messaggi e simbologie specifiche. C’è da tenere a mente che il dipinto murale era destinato ad ambienti che accoglievano la vita monastica pertanto si presta ad interpretazioni teologiche e teorie del pensiero religioso che Leonardo ha veicolato per mezzo di numerosi elementi simbolici.
La dottoressa Sangalli di Monza, restauratrice di riferimento per le opere di Leonardo da Vinci, racconta di come Leonardo abbia quasi certamente investito le pietre di significati legati a precise caratteristiche e al carisma di ciascuna personalità raffigurata nel dipinto, uscendo di fatto al di fuori delle classiche interpretazioni volute e accettate entro l’ambito cortese.
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Elisabetta Sangalli informa di come da Vinci abbia voluto rappresentare solo 8 delle 12 tradizionali pietre bibliche. Il popolo di Israele utilizzava l’intera dozzina per decorare ed adornare i vestiti del sommo sacerdote. Sulla veste di Gesù è posizionato, ad esempio, uno smeraldo, simbolo di pace e rinascita che nel Medioevo era associato alla possibilità rigenerativa.
E ancora, nell’abito di San Giovanni si trova un diamante (yahalom), rimando alla luminosa interiorità spirituale e purezza d’animo proprie dell’apostolo prediletto. Andre indossa una pietra azzurra che desta tutt’oggi interesse negli studiosi: lo zaffiro si rifà maggiormente alla tradizione medioevale rispetto che a quella biblica. Questa pietra simboleggia il Primo fondamento della Città celeste descritta nel 12° capitolo dell’Apocalisse.