Fulmini, perché non sfruttare la loro energia? La spiegazione scientifica

I fulmini sono un concentrato di pura energia elettrica ad alta densità di corrente: vediamo se possono esserci utili

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Fulmini (foto di Bogdan Radu da Pixabay)

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I fulmini sono un fenomeno atmosferico improvviso e violento legato all’elettricità. Hanno origine dalle cellule temporalesche al centro delle quali vi sono delle correnti ascensionali che separano le cariche positive da quelle negative. Le ultime sono attratte dalle cariche positive che si trovano sulla Terra generando le scariche.

I fulmini sono scariche elettriche nell’atmosfera, ad alta densità di corrente. E la loro energia deriva direttamente dallo spostamento delle particelle cariche. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, la continua e spasmodica ricerca di fonti rinnovabili, ha fatto pensare a loro come possibile soluzione alle problematiche energetiche.

Fulmini come risorsa energetica?

 

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Fulmini in cielo (foto di sethink da Pixabay)

Considerare i fulmini come una fonte rinnovabile è lecito, ma per il loro utilizzo si pongono alcune problematiche. Infatti il fulmine è, sì una scarica elettrica che sprigiona una grande quantità di energia sotto forma di corrente elettrica, ma lo fa in una frazione di secondo. E nel momento in cui tocca terra, perde la maggior parte delle particelle cariche.

Quando un fulmine scarica a terra ha una potenza con un picco di 500mila Megawatt, ma a causa della sua velocità estrema, in realtà, viene effettivamente sprigionata al suolo energia per 4mila wattore, giusto per alimentare una lampadina da 100 watt per 40 ore.  Troppo poco dunque il risultato della cattura di un singolo fulmine.

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Ma l’ostacolo più grosso è riuscire ad immagazzinare tutta questa energia elettrica poiché così com’è non sarebbe possibile introdurla in un circuito di distribuzione di rete. Servirebbe un condensatore in grado di assorbire e sopportare la tensione di una scarica di circa 50/100 milioni di volt, vale a dire quella di un fulmine.

Altro problema è la distribuzione dei fulmini sulla superficie del nostro Pianeta. E’ molto irregolare e non prevedibile e solo alcune zone presentano una concentrazione di fulmini tale da poter essere considerata interessante per pensare di sfruttarle e incanalarle attraverso un convettore.

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Ad oggi non si è ancora arrivati a scoprire come imbrigliare questa forma di energia, quasi infinita, proprio perché deriva dallo spostamento delle particelle cariche tra due zone di potenziale differente. Ma nel momento in cui toccano terra l’energia viene immediatamente dissipata e non esiste modo per recuperarla.