Ecco a voi la tartaruga più vecchia al mondo entrata nel libro del Guinness dei primati. Vi raccontiamo la sua storia dal 1832 ad oggi
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Spesso si festeggiano i compleanni dei nonni centenari ed in alcuni rari casi degli ultra centenari. Oggi, invece, vogliamo ricordare un altro compleanno altrettanto speciale ma che riguarda gli animali. Gli auguri vanno a Jonathan, la tartaruga più vecchia al mondo.
Il rettile ha spento, si fa per dire, ben 190 candeline. Nato nel 1832, è entrato ufficialmente nel libro del Guinness dei primati per la sua longevità. Al momento, infatti, Jonathan è la tartaruga più anziana che sia mai stata censita sulla terra. Dove vive? Adesso vi sveliamo tutto sull’animale.
La tartaruga più vecchia al mondo: ecco la storia di Jonathan
Jonathan è il nome della tartaruga più vecchia sulla faccia del pianeta. Nata nel 1832 vive sull’isola di Sant’Elena, nell’oceano Atlantico meridionale che fa parte dei territori britannici oltremare.
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Le cose che ha visto non le ha viste nessuno, ha ironizzato il veterinario dell’isola Joe Hollins: “Dall’ascesa alla caduta dell’impero britannico fino alle guerre mondiali” facendo un excursus dei principali fatti accaduti sul globo da quando Jonathan è venuto al mondo.
Come è stata calcolata la sua età? Attraverso un’attenta valutazione partita da una foto scattata nel momento del suo arrivo sull’isola. Secondo gli esperti, l’animale aveva almeno 50 anni. Al momento la tartaruga vive in una location speciale, la residenza del governatore. Con lui David, Emma e Fred, altre tartarughe ma molto più giovani. Nel 2017 la governatrice Lisa Phillips aveva parlato proprio di lui dicendo che lo sentiva sempre giocare sul prato e amoreggiare con Emma.
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In onore del compleanno di Jonathan l’isola si è vestita a festa. Tre giorni di festeggiamenti organizzati direttamente nella residenza del governatore con tanto di torta per una celebrazione di tutto rispetto per un esemplare così speciale. In suo onore è stato emesso un francobollo particolare, ma per la tartaruga più anziana al mondo non è la prima volta. Appare, già sulle monete da 5 centesimi e sui francobolli dell’immigrazione.