Un recente studio, che ha calcolato la velocità di espansione dell’universo, riferisce di un nuovo modello cosmologico. Cosa significa?
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L’universo è un entità mobile, si muove di continuo, da sempre. Grazie alle teorie dell’astrofisico Edwin Hubble, sin dagli anni ’30 sappiamo che le galassie si allontanano. È da circa un secolo che gli astrofisici calcolano la velocità di espansione dell’universo, basandosi su un modello cosmologico misurato dallo stesso Hubble.
Tuttavia, la scienza e la tecnologia progrediscono e, talvolta, rivedono le proprie teorie. Oggi, ad esempio, il modello cosmologico è cambiato, perciò si attua un calcolo di espansione dell’universo diverso da quello che avevamo un tempo. La scienza moderna ha notato un tasso di espansione differente rispetto alle teorie di Hubble, le quali parlavano di movimenti più lenti.
L’universo si espande più velocemente? I nuovi calcoli degli scienziati
Secondo le nuove osservazioni, l’universo stesso si muove più velocemente da quanto si pensava. Questa discrepanza, rispetto alle teorie passate, è nota come “tensione di Hubble”. La testata scientifica The Atrophysics Journal ha da poco pubblicato un interessante studio, riguardante l’espansione dell’universo, che potrebbe cambiare le carte in tavola. Che cosa è stato scoperto?
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Il tasso di espansione dell’universo ha un valore di 73,3 km/s/Mpc. Significa che l’universo si sta allargando, ogni secondo, di 73,3 km di megaparsec (Mpc). Ogni Mpc corrisponde a 3,26 milioni di anni luce. Una velocità decisamente superiore rispetto a quella che si pensava fino a qualche decennio fa.
Velocità di espansione dell’universo a un ritmo assurdo
È la stima locale più rigorosa dell’attuale tasso di espansione dell’universo, e con solo l’1,3% di incertezza. Il set di dati Pantheon+ (che comprende più di 1500 supernove di tipo Ia), in collaborazione con il metodo di analisi dati chiamato SH0ES, ha permesso agli scienziati di effettuare nuovi calcoli.
Le stime più precise che avevamo appartenevano a due famiglie di misurazioni, la prima basata sulle osservazioni della radiazione cosmica di fondo del satellite Planck. La seconda sulle supernove di tipo Ia. Purtroppo, tali stime sono discordanti e l’attuale analisi stima un’espansione del cosmo a una velocità di 257 mila km/h.
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I nuovi metodi di calcolo utilizzati dai ricercatori sono un valido aiuto per capire e riformulare la discrepanza sulla “tensione di Hubble” e per capire meglio l’universo, la sua espansione passata e quella futura. Il set di dati impiegato, ossia Pantheon+, è importantissimo per vedere come l’energia oscura si accende e definisce l’evoluzione del cosmo. L’universo è composto di materia oscura pari al 66,2%, di cui noi ne conosciamo soltanto il 5%, cioè la materia ordinaria.