Coltivare la carne, grazie ad una stampante in 3D nulla è impossibile

Coltivare la carne è un’alternativa più sostenibile e riduce i costi di produzione, a patto che si utilizzi l’inchiostro giusto: vediamo di cosa si tratta

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Carne coltivata-Facebook-OrizzontEnergia.it

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La carne coltivata, nota anche come carne sintetica o artificiale, si produce attraverso le cellule staminali. La tecnica consiste nel prelevare cellule muscolari per poi nutrirle con le proteine per favorire la crescita del tessuto. Con il processo iniziato in teoria è possibile produrre carne all’infinito senza aggiungere nuove cellule da un organismo vivente. Le stime parlano di 50mila tonnellate di carne da dieci cellule muscolari di maiale, generate da due mesi di produzione di carne in vitro.

La produzione di carne coltivata è molto costosa e le startup internazionali stanno facendo a gara per lo sviluppo di prodotti a base di carne che promettono di essere accessibili, con un ridotto impatto ambientale. Si intende anche liberare così i terreni attualmente utilizzati per gli allevamenti e ridurre la macellazione di milioni di animali. Si sta andando verso un netto cambio di modo di concepire il cibo.

Carne coltivata a costo contenuto grazie all’inchiostro vegetale

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Stampante 3D-Facebook-OrizzontEnergia.it

La nuova frontiera del food passa anche per la carne coltivata e le sue incredibile applicazioni. Ma i costi di produzione sono ancora troppo elevati e allora sono allo studio diverse soluzioni alternative. Attualmente, per produrre carne in vitro, le cellule muscolari animali vengono posizionate su una struttura tridimensionale simile ad un’impalcatura, costituita da materiali commestibili. L’impalcatura imita la struttura fibrosa della carne naturale e le dà la giusta consistenza.

L’idea è dei ricercatori della National University of Singapore e della Xi’an Jiaotong-Liverpool University cinese, e si basa su di un’alternativa non animale a basso costo. Partendo dai rifiuti delle colture hanno iniziato le sperimentazioni, combinando le proteine dei cereali estratte dall’involucro esterno fibroso con la proteina contenuta nei semi. Et voilà un’inchiostro commestibile per la stampa 3D.

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Si tratta di una nuova tecnica di stampa 3D emergente chiamata elettroidrodinamica (EHD) che consente di produrre la carne coltivata in modo etico e conveniente. Alla ricetta si aggiunge del succo di barbabietola per donare più colore alla carne. L’esperimento dimostra la possibilità di riprodurre cibo biologico in laboratorio a basso costo.

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Risposte importanti per la riduzione dello spreco di cibo contemporaneamente a quella dei rifiuti alimentari, oltre alla diminuzione degli allevamenti intensivi di bestiame. Contributo non da poco anche per combattere i cambiamenti climatici dovuti all’industria della carne, il consumo di acqua e non ultimo fornire cibo alle popolazioni bisognose.