Riciclo vestiti, potrebbe essere favorito da un’etichetta sull’abito? Cosa hanno inventato

Riciclo dei vestiti e dei tessuti usati facilitato da un’etichetta innovativa incorporata nelle fibre: vediamo di cosa si tratta e le implicazioni sostenibili

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Riciclo, recupero e riutilizzo all’interno della nuova economia circolare veicolata dalla transizione energetica ed ecologica. Un nuovo ciclo di vita dei prodotti per limitare l‘accumulo di rifiuti incontrollato che determina circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili rilasciati nel mondo. Si perché anche i vestiti inquinano.

La percentuale riciclata è veramente esigua, solo il 15%, il resto viene incenerito negli appositi impianti, con conseguenze deleterie sull’inquinamento. La strada del riciclo degli abiti usati e scartati è l’unica da intraprendere al fine di limitare e debellare l’inutile spreco che si concretizza nel Pianeta.

La nuova etichetta ottica

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Uno dei maggiori ostacoli al corretto riciclo dei vestiti scartati è l’assenza di indicazioni sulle etichette della composizione dei tessuti o la mancanza proprio della stessa, spesso tagliata dagli utenti o sbiadita dal tempo e dall’usura. Per superare questo inconveniente, che impedisce la corretta separazione delle tipologie di tessuti per essere riciclati, si è pensato di inventare una nuova etichetta.

Un team di tecnici e ricercatori ha proposto un innovativo sistema. Incorporare direttamente nei tessuti una sorta di codice a barre, reso leggibile solo all’occorrenza. Si basa sul principio dell’iridescenza delle ali delle farfalle rese visibili solo alla luce del sole. In pratica le informazioni, relative alla composizione delle fibre utilizzate nei vestiti, saranno incorporate nel tessuto. Le fibre reagiranno solo all’esposizione alla luce rivelandosi solo al momento, come un inchiostro simpatico con il limone.

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Innovativo il sistema ideato, che elimina la problematica della leggibilità delle etichette nel tempo e supera l’eventuale assenza delle stesse. Le fibre vengono dunque personalizzate con un codice a barre ottico di nuova generazione. Le informazioni si possono rendere visibili solo alla luce infrarossa per esempio o semplicemente a occhio nudo, in una miriade di possibilità di applicazioni.

L’effetto è ottenuto grazie alla combinazione di dozzine di strati alternati di materiali plastici come acrilico e policarbonato. Trattati come fibre tessili vengono riscaldati e tirati sino a diventare dei fili sottilissimi. la regolazione di questo processo di tiraggio dona alla fibra proprietà ottiche differenti.

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L’innovazione tecnologica arriverà a consentire agli utenti di leggere tali etichette di fibre ottiche attraverso applicazioni su smartphone, in modo da conoscere esattamente tutte le informazioni sulla composizione dei capi e sulle specifiche di lavaggio e riciclo. Un’importante invenzione che potrà aiutare l’ambiente e la lotta all’inquinamento globale.