Senecio, l’erba velenosa invade l’Italia. Coldiretti: “Dobbiamo tutelarci”

La Coldiretti lancia l’allarme, il senecio, un’erba infestante velenosa, invade l’Italia: un pericolo per l’uomo e per gli animali.

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Erba infestante senecio (Canva) – Orizzontenergia.it

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Invasione di senecio in tutto il territorio italiano. Si tratta di un’erba velenosa e infestante che cresce rapidamente. La Coldiretti lancia l’allarme, bisogna trovare tempestivamente una soluzione, il pericolo sia per l’uomo che per gli animali è molto elevato. Il senecio, infatti, cresce su ogni tipo di prato, e si mescola facilmente con il fieno, generando un rischio per gli animali da allevamento.

Questa pianta di origine africana sta crescendo ovunque e comporta un grosso pericolo per tutta la catena alimentare. L’Associazione culturale Sorasengi di Caprino, in collaborazione con la Coldiretti, ha organizzato la “Giornata del senecio”, che si terrà il 12 marzo alle ore 10:00, a Sorengi di Caprino. Un modo per far conoscere a tutti questa pianta e il pericolo che stiamo correndo, così come riportano anche i colleghi de l’Arena.it.

Invasione di senecio in tutta Italia, l’erba velenosa pericolosa per uomini e animali

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Senecio in fiore (Canva) – Orizzontenergia.it

Il senecio africano fiorisce per circa 9 mesi all’anno ed è fortemente invasivo. Il primo avvistamento risale ormai agli anni ’40, nella provincia di Verona. Tuttavia, la grande diffusione, ormai diventata eccessiva, si è registrata soltanto nell’ultimo decennio. Cresce sui prati di montagna destinati ai pascoli, perciò rappresenta un pericolo ancora più forte per gli animali da allevamento.

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Invade i prati appena falciati. Quando il senecio è ancora giovane e verde, ha un sapore amarissimo, perciò viene evitato dagli animali. Quando matura e diventa secco, viene scambiato per fieno, è inodore e dal sapore quasi nullo, così gli animali se ne cibano, venendo intossicati. È un pericolo per tutti, ma non esistono veleni appositi per distruggerlo.

Bisogna estirparlo dalle radici, ma non è un’operazione semplice. Questa pianta, infatti, si riproduce e diffonde rapidissimamente, generando anche 30 mila semi all’anno. Anche i cinghiali selvatici ne stanno alla larga. Gli agricoltori e gli allevatori conoscono il problema, ma non hanno idea di quanto il fenomeno sia così diffuso. Bisogna tutelare i pascoli e fare una pulizia approfondita.

La pianta sta colonizzando soprattutto le zone di pascolo, attecchendo perfettamente sui terreni frequentati da animali da allevamento. Una volta che la pianta viene calpestata, oppure diventa secca, perde il suo gusto amaro, e gli animali, inconsapevoli, se ne cibano, avvelenandosi. Consumata in grandi quantità, può portare alla morte.

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Consumata in piccole quantità, può generare malessere e diversi disturbi. Il problema si aggrava quando gli animali se ne cibano in piccole quantità, perché poi non riescono ad espellere le tossine. Tossine che, in seguito, finiscono nel cibo che mangiamo. Quindi, dagli animali, il veleno passa agli uomini attraverso il latte e la carne. I pascoli di montagna sono in pericolo.