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La siccità uccide le radici, gli agricoltori sono in difficoltà

La siccità sta mettendo in ginocchio gli agricoltori di tutta Italia, in particolare quelli del nord: la situazione è drammatica.

Coltivazione riso (Canva) – Orizzontenergia.it

La siccità sta mettendo in ginocchio il settore agricolo, da quasi due anni si è abbattuta su tutta l’Europa meridionale, raggiungendo dei picchi mai visti in passato. Dopo l’estate bollente e secca dello scorso anno, si confidava nell’inverno, invece le temperature alte e l’assenza delle piogge e delle nevi non hanno migliorato la situazione.

È un fenomeno con il quale dobbiamo fare i conti, e sarà sempre peggiore. Il nord Italia è completamente a secco, i suoi bacini idrici sono diventati vasche senza un goccio di acqua e il risultato sono campi destinati alla coltivazione trasformati in deserti. Negli ultimi mesi si è perso oltre il 50% del raccolto del riso, proprio per la carenza di acqua.

La carenza di acqua sta portando alla desertificazione dei campi

Spiga di riso (Canva) – Orizzontenergia.it

Sempre più raccolti stanno scomparendo, per fare posto alla desertificazione. Gli agricoltori sono disperati. Nel nord Italia, da dove proviene gran parte del riso che consumiamo a tavola, il raccolto si è dimezzato, e si teme il peggio nel prossimo futuro. Tanti imprenditori stanno rinunciando alla coltivazione del riso, impossibilitati a lavorare senza acqua.

Oltre al riso, si rischia di rinunciare anche ad altre colture. I cambiamenti climatici non perdonano e ne stiamo pagando le conseguenze. Potremmo perdere le nostre origini, l’eccellenza del cibo italiano. Sempre più agricoltori stanno rinunciando a seminare riso, concentrandosi solo su alcuni terreni, ma la produzione è calata di parecchio.

In questo modo, non solo cala la produzione, ma ovviamente cala anche la resa, e per tanti lavoratori è sempre più difficile andare avanti. E non è tutto, perché quel poco riso che viene coltivato è anche di qualità inferiore alla norma, perciò dalle industrie viene pagato meno, poiché non rispetta gli standard richiesti.

L’assenza di piogge, inoltre, non ha riempito i bacini idrici, come i laghi. L’acqua per le irrigazioni dei campi, oltre che dalla pioggia, viene prelevata maggiormente dai laghi, ma se anche questi sono in secca, come si fa? Purtroppo, l’Italia è sempre stata abituata bene, non avendo grossi problemi climatici, ma negli ultimi anni la situazione si è capovolta.

Ci mancano le infrastrutture per poter raccogliere l’acqua, dighe, bacini, vasche, cosa che abbiamo sempre sottovalutato perché non ne avevamo bisogno. Le paludi nel nord, costituite da fossi enormi, ora sono totalmente prive di acqua. I cambiamenti climatici cambieranno inevitabilmente il nostro stile di vita, bisogna intervenire tempestivamente, e bisogna adeguarsi.

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Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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