Plastica all’interno del nostro corpo: l’allarme lanciato dagli esperti è gravissimo

Dalle bottiglie ai polmoni il passo è più breve di quanto immaginiamo: ciò che buttiamo oggi rientra nel nostro corpo domani, invisibile ma letale.

Ormai è una realtà che non possiamo più nascondere ai nostri occhi. C’è plastica nei mari, nell’aria che respiriamo, nel suolo agricolo, perfino nei ghiacci delle regioni polari. E purtroppo non è nulla di nuovo. Ma il fatto che questa stessa plastica abbia addirittura varcato i confini dell’ambiente naturale fino a insinuarsi nel nostro corpo, è qualcosa di sconvolgente che dovrebbe risvegliare le coscienza di tutti noi. Micro e nanoplastiche sono state rinvenute in tessuti umani vitali: fegato, polmoni, testicoli. E anche nel latte materno. Non è fantascienza, ma la drammatica realtà che la scienza ci sbatte in faccia.

uomo beve bottiglia acqua plastica
Plastica all’interno del nostro corpo: l’allarme lanciato dagli esperti è gravissimo. (Orizzontenergia.it)

I dati parlano chiaro: la plastica non solo ci circonda, ma ci attraversa. Le vie di ingresso sono molteplici — cibo contaminato, acqua in bottiglia, persino l’aria domestica. Queste particelle infinitesimali, invisibili a occhio nudo, hanno un potenziale impatto devastante sulla salute umana. Alterazioni ormonali, infiammazioni croniche, potenziali legami con infertilità e malattie tumorali. Gli studi sono ancora in corso, ma l’allarme è già assordante. Vediamo nel dettaglio cosa dicono gli ultimi studi al riguardo.

Il veleno invisibile nella nostra quotidianità: la plastica assimilata nel corpo umano

A rendere tutto più inquietante è la banalità delle fonti: bottiglie d’acqua, contenitori per alimenti, imballaggi, sacchetti. Oggetti usa e getta che utilizziamo ogni giorno e che, nel giro di pochi minuti, si trasformano in un’eredità tossica secolare. Non si degradano: si disgregano, diventando minuscole trappole per la fauna… e per noi. Solo nel 2024 si stima siano state prodotte circa 400 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, e meno del 10% è stato realmente riciclato. Il resto è finito in discariche, inceneritori, oceani — e, ora lo sappiamo, anche nel nostro corpo. Un ciclo perverso in cui ciò che consumiamo ci consuma.

forchette coltelli posate plastica
Il veleno invisibile nella nostra quotidianità: la plastica assimilata nel corpo umano. (Orizzontenergia.it)

E mentre le istituzioni si preparano a discutere un trattato globale sulla plastica, previsto per la fine del 2025, la sensazione è che si stia rincorrendo un’emergenza già sfuggita di mano. Serve molto più che un riciclo ben fatto: occorre un ripensamento radicale del nostro modello di consumo. Nel frattempo, possiamo — e dobbiamo — agire. Limitare l’uso di plastica monouso, preferire alternative riutilizzabili, sostenere politiche ambientali coraggiose. Ma soprattutto, pretendere trasparenza, responsabilità e un impegno reale da parte dell’industria e dei governi. Perché la plastica nel nostro sangue non è solo una sconfitta ambientale: è un campanello di allarme biologico, e ci riguarda tutti, senza eccezioni.

Gestione cookie