Etichette alimentari per un acquisto consapevole, ti diciamo come leggerle

Per un acquisto più consapevole, bisogna saper leggere correttamente le etichette, evitando così gli sprechi alimentari, per una spesa green.

bisogna saper leggere correttamente le etichette, evitando così gli sprechi alimentari
Bisogna saper leggere correttamente le etichette, evitando così gli sprechi alimentari (foto da Pixabay)

Per un acquisto più consapevole, bisogna saper leggere correttamente le etichette, evitando così gli sprechi alimentari, per una spesa green. Sempre contro lo spreco, di qualsiasi forma si tratti, in particolare il cibo. Per questo motivo, i Paesi più industrializzati e ricchi, dovrebbero dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030. È l’obiettivo formulato dalle Nazioni Unite durante i recenti meeting, in modo da combattere fame e cambiamenti climatici.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE → WWF avverte: “I consumi minacciano l’ecosistema”. Bisogna intervenire in fretta, potrebbe essere già tardi

Occorre mantenere sotto di 2° la temperatura dell’ambiente, almeno fino alla fine del secolo, per scongiurare danni apocalittici. È in ballo la sopravvivenza del mondo e di ogni specie vivente. In Europa, il continente più ricco, lo spreco di cibo è altissimo. Secondo le stime Fao, solo la frutta e la verdura buttata è pari al 21%, e questo già dai campi, figuriamoci sulle tavole delle famiglie e nei supermercati. Si tratta di alimenti scartati dalla filiera direttamente sul campo, perché poco presentabili, esteticamente parlando. Ma non solo.

Sprechi alimentari, l’obiettivo di NaturaSì per le etichette alimentari

Sprechi alimentari, l'obiettivo di NaturaSì per le etichette alimentari
Sprechi alimentari, l’obiettivo di NaturaSì per le etichette alimentari (foto da Pixabay)

Purtroppo, nel tempo sono state delineate delle linee guida per la presentazione del prodotto alimentare. Questo sistema, a dire la verità molto sciocco, deve terminare. È imbarazzante sapere il che il 21% del raccolto viene scartato perché imperfetto, magari ammaccato, o con forma strana, o dimensioni alterate. NaturaSì, la rete di negozi biologici, si è imposta come obiettivo il recupero di questi scarti, rivendendoli a prezzi minori, per evitare gli sprechi. Sono prodotti buoni lo stesso, anzi, molto spesso anche migliori rispetto a quelli perfetti presenti nei classici supermercati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE → Inquinamento di campagna, invisibile ma tossico come lo smog. I dati sono sconcertanti

Sono alimenti biologici, coltivati nel rispetto dell’ambiente. Grazie a questo progetto, gli scarti nei campi sono diminuiti dal 21% al 4%, e i prodotti sono venduti alla metà del prezzo. Solo nel 2021 sono state vendute più di 600 tonnellate di frutta e di verdura biologica. NaturaSì si impegna per abbattere ogni spreco, per questo collabora con diverse Onlus per fare donazioni di alimenti. Più di cento negozi, ad oggi, hanno aderito a questa campagna. È stata lanciata persino la App Too Good To Go, che collabora direttamente con NaturaSì.

POTREBBE INTERESSAR ANCHE → Guerra alla plastica, l’ONU scende in campo per il bene del mondo 

L’invito che si fa è utile per capire le etichette per un acquisto più consapevole. Ad esempio, il TMC, che sarebbe il Termine Minimo di Conservazione, spesso è confuso con la data di scadenza. Bisogna portare il consumatore a leggere bene le etichette. Ad esempio, quando leggiamo “Da consumarsi preferibilmente entro”, non significa che, superata quella data, il prodotto scade, ma che quello è il periodo migliore per mangiarlo. Ma è comunque buono anche dopo. Bisogna capire se un prodotto è ancora buono e non compromette la salute in base al colore, l’odore e la consistenza.