Secondo la tradizione di alcuni Paesi, non si dovrebbero mai mettere in casa alcune piante porta sfortuna. Quali sono.
Secondo la tradizione di alcuni Paesi, non si dovrebbero mai mettere in casa alcune piante porta sfortuna. Quali sono. Ogni popolo ha le sue superstizioni e le sue tradizioni. Talvolta, queste superstizioni sono prese anche troppo sul serio, tanto da generare azioni grottesche e sciocche ossessioni. Anche le piante si portano dietro alcune dicerie, vediamo questa particolare lista nera.
In questa lista nera compaiono alcune piante che da noi sono molto amate. Le abbiamo tutti in casa e le utilizziamo per dare colore e verde agli ambienti. Ne elenchiamo alcune, legate più che altro ad alcune particolari leggende. Queste sono simbolo di sventura, almeno secondo alcune filosofie. Vediamo quali sono.
La lista nera delle piante porta sfortuna, meglio non regalarle
Ad esempio, l’agave, che è una pianta grassa bellissima e resistente, è bandita dalle abitazioni del centro America. Come mai? Essendo una pianta desertica, attira a sé le poche risorse del terreno. Facendo coì, però, attirerebbe anche gli spiriti malvagi, presentandosi dunque come una sorta di richiamo solitario nel deserto. Stessa cosa applicata a un’altra bella e particolare pianta grassa, il cactus.
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L’ortensia è in fiore decorativo molto amato, in Cina, secondo la filosofia del Fengu Shui, però, questa porta sfortuna. Le ortensie simboleggiano la solitudine e la tristezza. Chi le mette in casa è destinato a restare solo. Il garofano, invece, in Francia è considerato di cattivo auspicio. Questo identifica le lacrime di Maria a seguito della crocifissione di Cristo. Quindi questo fiore trasmette tristezza ed energie negative.
Negli Stati Uniti, in Giappone e da noi, invece i garofani significano amore ed energia positiva. E invece il bonsai? In Giappone è arte e spiritualità, in altri posti, però, impedire a una pianta di crescere è simbolo di malvagità e trattenimento di energie negative. La manipolazione della natura è cosa sconsigliata e dissacrante.
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Anche la sanseveria, tanto usata da noi, gode di una fama abbastanza ambigua. Non a caso è chiamata pianta del serpente, oppure lingua di suocera, a causa delle sue foglie lunghe e strette che si stendono in alto. Infine, la tredescantia, conosciuta come erba miseria. Cresce in terreni aridi e, in alcune culture, è associata alla povertà e alla malasorte.
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