In Antartide è accaduto l’imprevedibile. I danni non sono ancora quantificabili

In Antartide è accaduto in questi giorni un evento imprevedibile che potrebbe cambiare le sorti del pianeta.  I danni non sono ancora quantificabili. 

Antartide evento imprevedibile
Antartide scatto panoramico – Pixabay

Che il cambiamento climatico sia un problema da analizzare seriamente è risaputo, ma facciamo veramente il possibile per porre un freno a questa situazione? L’uomo da sempre ha agito egoisticamente per i propri vantaggi, tra scoperte interessanti ed azioni decisamente più deplorevoli anche perché una cosa è creare, elaborare, altro è sfruttare a discapito poi di noi stessi.

E le conseguenze già da tempo appaiono ma abbiamo sempre messo tutto in secondo piano. Adesso siamo giustamente colpiti dalla guerra tra Russia ed Ucraina ma il mondo non si è fermato, continua ad essere interessato a vicende che vanno a discapito dell’intero pianeta.

In Antartide è accaduto l’imprevedibile: danni difficili da quantificare

Antartide conseguenze disastrose
Antartide acqua e neve – Pixabay

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Quanto si sta verificando in Antartide è veramente pericoloso, una situazione allarmante derivante dalla crisi ghiacciaia che mai è stata così intensa. Proprio di recente, risale a meno di un mese fa questa notizia e continua incessantemente a procurare danni. Si chiama Conger la piattaforma di ghiaccio che è letteralmente collassata. Conger si trovava lungo la parte orientale del continente ed aveva la stessa dimensione della città di Roma, un modo insomma per capire ancora di più la gravità del fatto.

Lo scopo delle piattaforme di ghiaccio è quella di trattenere neve e ghiaccio in caduta dagli iceberg, un modo per tutelarli visto che se queste non ci fossero finirebbero in acqua. Ma tornando a Conger che lo scorso 15 marzo si è sgretolato ha segnato una tappa indimenticabile derivante proprio dalle temperature: tutta l’Antartide è stata interessata da un’ondata di calore senza precedenti.  Il 18 marzo infatti registra un picco di -11,8 gradi per poi tornare verso la norma il 23 marzo.

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Vista la situazione incresciosa è stato chiesto ai professionisti del settore se questo sia un corollario del cambiamento climatico. L’esperto del CNR sul punto ha ammesso che questi modelli di calore possono essere frequenti ma non avrebbero al momento dei dati per fare una casistica e studiare il caso da un altro punto di vista, cioè non si può escludere che sia anche una casualità. Staremo a vedere!