L’enzima mangia plastica: la svolta che si stava aspettando. Finalmente è tutto vero

L’enzima mangia plastica è la nuova frontiera. Quello che è in grado di fare è eccezionale. Mai vista una cosa del genere

Plastica inquinamento rimedio enzima
Plastica inquinamento (Foto di Lucien Wanda da Pexels)

Ridurre l’impatto ambientale prodotto dalla plastica è uno delle grandi sfide alle quali l’uomo di oggi sta cercando di rispondere. In circolo negli anni ne è stata messa così tanta che oggi ne paghiamo le conseguenze dal punto di vista climatico e ambientale.

La plastica è un materiale che non si deteriora facilmente ecco perché anche i residui più piccoli sono duri a morire. Servono più di 100 anni per eliminarla completamente ed è chiaro che una volta che è arrivata nelle zone più delicate del nostro Paese, come i mari, è un pericolo che permane.

Oggi però si può dire di aver fatto un passo in avanti molto importante. Dalla scienza è arrivata la svolta che si stava aspettando. Ecco tutti i dettagli.

L’enzima mangia plastica: tutte le specifiche sullo studio

laboratorio di ricerca
laboratorio di ricerca (Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay)

Ridurre la plastica grazie ad un enzima. È questa la grande novità che ci consegna la scienza per azionare un nuovo tassello contro i cambiamenti climatici.

Si tratta di uno studio importantissimo che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature effettuato dall‘Università del Texas che è partita dagli studi fatti dai colleghi giapponesi per capire nella loro scoperta cosa non aveva funzionato.

L’idea di un enzima mangia plastica non è affatto nuova. Il team giapponese aveva capito, infatti, che un batterio tramite degli enzimi riusciva a decomporre il PET in poche settimane. Negli anni però non c’era stato un concretizzarsi delle cose con delle applicazioni pratiche e così gli studiosi texani sono partiti da ciò che non funzionava e hanno cercato una soluzione allo stallo tramite il machine learning.

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La problematica principale era data dal fatto che l’enzima non riusciva a scomporre la plastica a basse temperature e con valori di pH diversi.

Così usando diversi prodotti di PET, dalle bottiglie ai contenitori, si è riuscito ad ottenere un enzima di nuova generazione che è in grado di scomporre la plastica dai 30 ai 50° C ed una gamma di pH molto ampia. PETase FAST, acronimo di Funzionale, Attivo, Stabile e Tollerante, è il nome che gli è stato affidato.

Come agisce il nuovo enzima sul PET

Il nuovo enzima mangia plastica si è dimostrato efficacissimo, non solo su oltre 50 tipologie di prodotti in PET diversi. Con alcuni è stato addirittura fulminante riuscendo a distruggerli in sole 24 ore.

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Il modo in cui l’enzima scompone il PET è utilissimo per poter poi riutilizzare la plastica. Lo “smonta” in quello che è l’elemento di base, un monomero, dal quale si possono realizzare nuovi oggetti di plastica.

La tecnologia è stata brevettata dai ricercatori dell’Università del Texas e adesso tocca solo metterla in pratica. Quello che offre è sensazionale da tutti i punti di vista e finalmente si può iniziare a parlare di economia circolare per la plastica.