Tampone idraulico, la chiave di volta per le energie rinnovabili. È ora di premere sull’acceleratore

Il tampone idraulico può essere un’ottima soluzione per immagazzinare energia rinnovabile. Cos’è e come funziona.

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(WikimediaImages – Pixabay)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il tampone idraulico è tra le energie rinnovabili più nota, eppure abbastanza trascurata. Infatti, quando si pensa a un impianto idroelettrico, non si fa caso al fatto che si tratta di uno dei primi sistemi per ottenere energia pulita. A livello giornalistico, per tampone idraulico si intende come un impianto elettrico può rispondere alla differenza tra domanda offerta di energia verde.

numeri parlano chiaro. Nel mondo si potrebbero realizzare circa 530mila nuovi impianti per lo stoccaggio dell’energia idroelettrica, per un totale di 22 milioni di Gigawattora. Ce n’è abbastanza per risolvere il problema energia nel mondo e per spazzare via definitivamente l’uso di combustibili fossili. Qual è la situazione in Italia?

Tampone idraulico ed energie rinnovabili, situazione in Italia

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(Russ McElroy – Pixabay)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Italia è messa molto bene dal punto di vista del tampone idraulico, ma le concentrazioni di impianti non sono uniformi in tutte le zone. Infatti, gran parte di queste strutture si trova al Nord, con una percentuale del 67%. Fanalino di coda il Sud, con il 22% degli impianti. Il restante 11% si trova nelle isole. Questa, però, può diventare una grande opportunità.

Come sa bene chi progetta questi impianti, il Sud offre un clima favorevole a tutti i tipi di impianti rinnovabili. Infatti, il fotovoltaico è favorito dal sole che si trova qui per gran parte dell’anno. L’eolico, invece, può sfruttare le brezze marine. Il tampone idraulico per le energie rinnovabili troverebbe proprio nel mare il suo punto di forza. Le piattaforme, invece di stoccare gas metano, sfrutterebbero l’acqua del mare per produrre energia senza inquinare.

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In più, anche i bacini artificiali che si usano qui per stoccare l’acqua da distribuire poi nella rete idrica si potrebbero utilizzare a costo minimo anche per creare energia pulita. I casi di successo sono già presenti all’estero, in particolare in India. Qui una società è riuscita a fornire 6 Gigawattora a un gruppo industriale con questa modalità. C’è anche firmato un altro accordo per 250 Megawattora.

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Infine, sempre in India c’è un terzo progetto in cantiere per circa 975 Megawattora, da completarsi entro il 2024. Non sarebbe male per un Paese affamato di energia come il nostro!