Gas russo, l’Italia prepara un piano d’attacco per farne a meno

Gas russo e i relativi problemi di fornitura inducono l’Italia e l’Europa a correre ai ripari: vediamo il piano di emergenza 

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Riduttore gas (foto di Mimzy da Pixabay)

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Il gas russo potrebbe non arrivare più. E l’Unione Europea si prepara ad affrontare il terribile scenario. L’indipendenza dal gas russo è quanto mai prioritaria e i gli Stati membri ne sono sempre più consapevoli. Nel frattempo si sta lavorando per approntare un piano di emergenza per tamponare l’eventuale blocco.

L’approvvigionamento di gas proveniente dalla Russia è sempre più a rischio. Lo dimostra il fatto che già ora alcuni paesi sono stati tagliati fuori. Lettonia, Estonia, Lituania,  insieme a Polonia, Bulgaria e Finlandia non ricevono più le forniture di gas e i prossimi potremmo essere noi.

Gas russo verso l’addio: il piano di emergenza previsto dall’Unione Europea

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Gasdotto (foto di David Mark da Pixabay)

Il gas russo non arriverà più in Europa. La possibilità è sempre più verosimile e l’Unione Europea si prepara. La sospensione delle forniture del gas da Mosca è sempre più vicina e il prossimo inverno è a rischio. Il piano di emergenza concordato si basa sulla solidarietà tra i paesi membri dell’Unione.

L’aiuto reciproco sarà il perno del piano per contrastare la mancanza di approvvigionamenti di gas nell’immediato. I paesi con più riserve aiuteranno quelli che ne avranno meno in base alle necessità di consumo. Una politica di welfare europeo del gas è la risposta alla crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina.

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Il piano di emergenza che prevede la solidarietà reciproca tra i paesi dell’UE non può bastare. E’ necessario predisporre piani di razionamento dei consumi industriali con l’abbassamento delle temperature in uffici e capannoni. Probabile anche l’arresto forzato delle attività ad elevato consumo.

Blocco delle forniture di gas dalla Russia: ulteriori misure

Si pensa dunque di ridurre quanto più possibile i consumi di gas a livello di produzione industriale e di dirottare le riserve verso i consumi residenziali. Bruxelles pensa anche all’extrema ratio: un provvisorio ritorno all‘utilizzo del carbone come risorsa energetica.

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L’interruzione delle forniture di gas momentanea causata dalle operazioni di manutenzione del gasdotto Nord Stream 1 potrebbe diventare permanente. La Russia potrebbe usare questa scusa per bloccare definitivamente gli approvvigionamenti di gas all’Europa. Una chiara ritorsione contro le sanzioni attuate dall’Unione Europea nei confronti del Cremlino.

La possibilità del blocco del trasporto di gas in Europa è concreta e i leader ne sono drammaticamente consapevoli. Il lavoro dell’Unione Europea tiene conto di questa prospettiva e le decisioni sono prese partendo dal presupposto che non vengano riprese le attività di fornitura.

A confermare le preoccupazioni di Bruxelles arriva la comunicazione di Gazprom ad alcune sue partner energetiche europee. La società energetica di stato russa annuncia che giovedì non riprenderà le attività di fornitura per “cause di forza maggiore” senza ulteriori spiegazioni. Tattica preventiva per scongiurare eventuali azioni legali per violazione dei contratti.

L’Italia sta accelerando le operazioni per trovare partner commerciali alternativi alla Russia. Come dimostra il viaggio in Algeria del Premier Draghi alla ricerca di nuovi accordi con il paese nordafricano. La scelta è far diventare l’Algeria il primo fornitore di gas dell’Italia aumentando da 9 a 13 miliardi di metri cubi la fornitura di gas naturale.