Pacchi dal cielo: l’assurda trovata e-commerce per le consegne a domicilio

Jeff Bezos ha fame. Il suo appetito arriva sino all’alto dei cieli. Arriva in California “Prime Air”, l’innovativo sistema di consegna a domicilio ad opera del padre eterno in persona: Amazon.

Pacchi dal cielo jeff bezos
Jezz Bezos ( Foto da Pinterest di emprendedoresnews.com)

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Lockeford, California. Dopo 10 anni di tentativi Amazon arriva a monopolizzare i cieli con un sofisticato sistema di specchi e leve per la consegna a domicilio. La speranza? Uno scontro aereo possibilmente.

Prime Air Service“, questo il nome del nuovo servizio inaugurato da Jeff Bezos, il deus ex machina burattinaio di milioni e milioni di droni che daranno finalmente al Pentagono qualcosa di cui parlare. Ma perchè fermarci, approfondiamo.

Pacchi dal cielo: Santa Claus nell’era post-tecnologica dei consumi

Pacchi dal cielo drone
Drone (Foto di Pexels da Pixabay)

Anche Walmart incuriosita dall’iniziativa di Amazon promette entro l’anno di arrivare a consegnare per via aerea un milione di pacchi l’anno. Nel 2014, per una giusta causa, pare, l’azienza statunitense Alphabet, guidata dall’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, ha così consegnato beni di prima necessità nelle zone rurali australiane.

Non è semplice regolamentare le consegne aeree. La legislazione in materia è affidata all’Agenzia Europea per la sicurezza aerea che definisce i perimetri celesti a disposizione degli stati membri dell’unione. I droni dovranno attenersi rigidamente ad una specifica regola: non invadere lo spazio aereo e dunque tenersi a bassi livelli di sorvolazione.

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Amazon giura di avere a disposizione droni in grado di evitare ostacoli di ogni tipo lungo la tratta prestabilita. Aerei, animali e sfortunati paracadutisti non dovrebbero trovarsi a fare i conti con i dissennatori del XXI secolo. Sarà interessante passare in rassegna i frame dei droni targati Amazon Air Service che inclementemente si schianteranno su tralicci, alberi e grattacieli delle grandi metropoli, per il loro stesso sovraffollamento, si intende.

Nessuno parteggerebbe per un simile destino, sia chiaro, ma la storia ci insegna, mai quanto in questi anni, che nella congiura infausta che l’uomo tardocapitalista ha ordito ai danni della natura, vincitori e vinti sono stabiliti a monte. Oltre all’inquinamento atmosferico causato dai combustibili fossili impiegati da industrie, fabbriche, autoveicoli e mezzi di trasporto in genere, sarà il ronzio dei droni ad inquinare l’atmosfera.

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C’è da essere felici. Nelle prossime estati oltre ai 50 C° sul termometro, alla caduta dal cielo di insetti e uccelli sfiniti dal caldo in stile Melancholia, saremo circondati da volatili di ben diversa natura dal suono idilliaco. C’è da dire che Amazon quanto ad iniziative green non si fa parlar dietro.

L’inquinamento acustico promette di andare a sommarsi a tutto quel corollario di malefatte antropiche ai danni del pianeta messe in scena in anni e anni di sperequazione e sfruttamento di risorse territoriali. Ma si sa che l’uomo odierno non vive senza merce, senza consumo e senza l’illusione di far fronte ai propri bisogni più intrinseci riempiendo un carrello online, possibilmente a marchio Amazon.