Corsi di sopravvivenza, tutti voglio farli. Perché?

Negli ultimi mesi, contrassegnati da catastrofi naturali, sempre più persone si sono iscritte ai corsi di sopravvivenza. Ecco il perché

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Corso di sopravvivenza (Foto Instagram- modifica Orizzontenergia.it)

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Nonostante i segnali siano lampanti molte persone, sparse per il globo, continuano a negare gli effetti del cambiamento climatico. Segnali a dir poco apocalittici che si fanno sempre più frequenti come incendi, carestie e fenomeni metereologici estremi come alluvioni e uragani che fanno pensare alla catastrofe imminente. Una situazione simile al film con Leonardo Di Caprio e Meryl Streep “Don’t Look up“, in cui nonostante il meteorite fosse visibile a occhio nudo in molti ne negavano l’esistenza. Ma, a differenza della pellicola, in molti hanno deciso di agire e capire come sopravvivere alla possibile apocalisse.

Corsi di sopravvivenza, è boom di iscrizioni

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Falò (Foto Pixabay)

L’uomo, con il passare del tempo, è diventato animale da salotto perdendo così il suo istinto naturale di sopravvivenza. E proprio per questa ragione in molti, temendo il peggio, hanno deciso di dover prepararsi alla possibile apocalisse. Una preparazione che, negli Stati Uniti sta avvenendo con i corsi di sopravvivenza. Ovvero dei corsi in cui alcuni docenti insegnano agli iscritti come affrontare le sfide che potrebbe riservare la natura nei boschi o nel deserto. 

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Il fondatore della Mountain Scout Survival School Shane Hobel ha sottolineato come nei sua speciale scuola che ha sede nella zona rurale di New York “Stiamo iniziando a notare che le persone stanno diventando meno reattive e più proattive”. Lezioni che sono fondamentalmente incentrate sull‘apprendimento delle abilità primitive che possono tornare sempre utili. Su tutte la creazione di un riparo di fortuna, come accendere il fuoco con due bastoncini ma anche come cercare cibo e acqua, elementi fondamentali per la sopravvivenza, nel bel mezzo della natura.

Tra i servizi offerti da Hobel, poi, ci sono anche dei veri e propri corsi preparatori che il fondatore della scuola definisce come “emergenze urbane”. Ovvero come lezioni sulla gestione di una possibili evacuazione dopo un cataclisma o gli oggetti fondamentali da mettere nello zaino in caso di fuga e come comunicare senza la rete telefonica o internet.

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La scuola, fondata nel 2014, ha vissuto sulla sua pelle un vero e proprio cambiamento. Infatti se precedentemente chi si iscriveva lo faceva più per curiosità o voglia di mettersi alla prova ora gli iscritti sono spinti dall’ansia climatica che colpisce sempre più, ma soprattutto dalla voglia di apprendere abilità in situazioni estreme che alla fine potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte.